A Bajardo il ritorno dei druidi

A Bajardo il ritorno dei druidi

«Lungo il paese del sole e le dimore della luna». Questo diceva di Bajardo un druido di cui non è più noto il nome, ma di cui la memoria si è mantenuta.
Bajardo è il borgo medievale della Val Nervia, che ospita oggi e domani due pomeriggi e due serate in cui i turisti e i residenti vengono trasportati indietro nel tempo, per scoprire o riscoprire in modo intelligente l’attualità di una figura a mezza via tra il sacerdote e il filosofo della natura.
Ci saranno laboratori e spettacoli di danza celtica, personaggi di grande rilievo nel panorama musicale e culturale ( i due collaboratori all’organizzazione, Vincenzo Zitello e Riccardo Taraglio, la sturdiosa Laura Rangoni), cene celtiche, origianli concerti-conferenza e, verso mezzanotte, l’accensione del sacro fuoco.
«Un progetto - dice Morgia - che è insieme spettacolo e festa, con una valenza di traino culturale e politico, nel senso sociale del termine».
Gabriella Rosafio, vicesindaco del paese, aggiunge: «Bajardo è un paese di solarità straordinaria, un borgo di grande interesse anche sul piano della stratificazione architettonica - e poi, la notte, il nostro è un cielo enorme, che fa quasi impressione».


Giuseppe Conte, che di druidi e di Bajardo parlò quasi venti anni fa, nel suo romanzo «Equinozio d’autunno», conclude: «Anche nel 2005 ha senso ricordare i druidi, perché la loro è una saggezza cosmica, di cui si dice che risalisse a prima dell’Antrico0 Testamento. Forse l’uomo d’oggi ha bisogno anche della loro sapienza del sole».

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