Le baleniere giapponesi speronano il trimarano degli eco-pirati

l'«Ady Gil», il supertecnologico 24 metri usato per disturbare la flotta baleniera, è stato puntato dalla «Shonan Maru 2», mandata in appoggio della flotta che dà la caccia ai cetacei.

Scontro tra baleniere ed ecologisti nell'Oceano Antartico. Al largo della Commonwealth Bay, l'«Ady Gil», il trimarano supertecnologico di 24 metri, usato per disturbare la flotta baleniera e capace di velocità superiori ai 90 chilometri orari (nel giugno 2008 conquistò il record di circumnavigazione del globo), è stato speronato da una nave giapponese, la Shonan Maru 2, mandata dalla prefettura di Okinawa in appoggio della sua flotta che dà la caccia ai cetacei. L'«Ady Gil», sotto il Jolly Roger (la rivisitata bandiera nera dei pirati, con un bastone pastorale incrociato al tridente di nettuno sovrastati dal teschio) simbolo della Sea Shepherd Conservation Society, era impegnata da tempo, assieme all'altra nave dell'organizzazione ecologista, la «Steve Irwin», a disturbare la caccia alle balene che i giapponesi continuano a praticare, nonostante il trattato internazionale che la vieta dal 1986, mascherandola come ricerca scientifica.
Il trimarano è stato speronato deliberatamente, quando era praticamente fermo, accusano i responsabili di Sea Shepherd (Guardiano del mare), e precisano che la nave giapponese, nell'abbordo, ha tranciato la prua dello scafo centrale dell'Ady Gil causando danni irreparabili. I sei uomini d'equipaggio (cinque neozelandesi e un olandese) sono stati tutti tratti in salvo senza aver riportato danni fisici, dalla stessa Shonan Maru 2, «ma ora il trimarano sta affondando», aggiunge l'organizzazione ecologista. «Siamo convinti sia stato un atto deliberato. La nostra nave si era completamente fermata e loro l'hanno puntata e sono piombati su di essa», ha detto Jeff Hansen, direttore per l'Australia del gruppo. L'Istituto giapponese per la ricerca sui cetacei - sponsorizzato dal governo - difende le proprie baleniere accusando gli attivisti per le loro azioni di disturbo e dicendo che gli ecologisti stavano cercando di sabotare le loro navi mandando dei cavi nelle eliche: «L'estremismo di Sea Shepherd diviene sempre più violento i loro atti altro non sono che un comportamento criminale».
Il Ministero della pesca giapponese per il momento si è rifiutato di commentare l'accaduto, affermando che sta ancora raccogliendo informazioni. Tokyo anche quest'anno ha dato il via libera perchè le sue navi possano arpionare, durante l'estate dell'emisfero meridionale, quasi mille cetacei con l'evidente scusa che 'è necessario per studiarne l'impatto sui branchi di pescè. Questo nonostante le proteste internazionali, e in special modo quelle di Australia e Nuova Zelanda.


La distruzione dell'Ady Gil rappresenta «una perdita sostanziale per la nostra organizzazione», ha detto Paul Watson, responsabile della campagna annuale di Sea Shepherd per la difesa delle balene, il quale parla di un danno stimabile in due milioni di dollari. «Ma si sbagliano - ha aggiunto - se pensano che le nostre navi batteranno in ritirata dal santuario dei cetacei dell'Oceano australe. Noi stiamo facendo ormai una vera guerra e non abbiamo intenzione di cedere».

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