Paolo de Bernardis, delluniversità la Sapienza di Roma, ha ottenuto il Premio Balzan 2006 insieme con lamericano Andrew Lange, del California Institute of Technology, per la materia «Astronomia e astrofisica osservative». Lannuncio è stato dato ieri dal Comitato presieduto dallambasciatore Sergio Romano nella sede dellIstituto per gli studi di politica internazionale, a Palazzo Clerici a Milano.
Era dal 1999 che non veniva scelto un candidato italiano - lultimo fu Luigi Luca Cavalli Sforza per la «Scienza delle origini delluomo» - in quello che ormai viene ritenuto quasi un Nobel. La decisione è stata accolta con soddisfazione dai componenti della giuria e dai tanti studiosi presenti in sala, vista anche «lassolutà imparzialità» con cui si svolge la selezione. Questanno sono state premiate sei personalità del mondo della ricerca per quattro materie specifiche: oltre al duo italo-statunitense, i Premi Balzan sono andati al tedesco Ludwig Finscher, delluniversità di Heidelberg, per la «Storia della musica occidentale dal XVII secolo» allinglese Quentin Skinner, dellateneo di Cambridge, per il «Pensiero politico: storia e filosofia»; allo statunitense Elliot M. Meyerowitz, come Lange del California Institute of Technology, e al canadese-statunitense Chris R. Somerville, che porta avanti i suoi studi a Stanford, per la «Genetica molecolare delle piante».
Paolo de Bernardis, 47 anni, originario di Firenze, è ricercatore nelluniversità romana: nella motivazione del riconoscimento ottenuto con Lange si legge «per i loro contributi alla cosmologia, specialmente con lesperimento Boomerang del pallone aerostatico Antartico». I Premi Balzan verranno consegnati dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una cerimonia che si terrà il 24 novembre prossimo a Roma allAccademia dei Lincei, a Palazzo Corsini. Il premio consiste in un milione di franchi svizzeri (circa 640mila euro) per ogni materia: la metà viene destinata dai vincitori a giovani studiosi delle materie premiate.
«Il mio parere è che questo Paese sul piano della ricerca sia terribilmente indietro», ha sottolineato Sergio Romano.
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