A volte il segnale è da cogliere in una persistente inappetenza o in una certa stanchezza. Il bimbo appare facilmente irritabile e irrequieto, un po' più svogliato del solito. Talvolta dietro a quelli che sembrano semplici atteggiamenti, può esserci una carenza di ferro. Secondo il recente studio «Nutrintake» la maggior parte dei bambini nei primi 12 mesi di vita non raggiunge il fabbisogno di ferro raccomandato, e, dai 12 ai 36 mesi la carenza riguarda 8 bimbi su 10. L'alimentazione, quindi, non copre il fabbisogno di ferro raccomandato in questa fase della crescita. Spesso i genitori associano la carenza di ferro all'anemia ma è importante sapere che il ferro è fondamentale anche per supportare il suo normale sviluppo neurologico e le sue performance intellettive.
Ecco perché l'alimentazione dei nostri bambini non può prescindere da un equilibrio tra macronutrienti come proteine, grassi, carboidrati e importanti micronutrienti, quali appunto il ferro che non deve mai mancare. Tra i «grandi fornitori» ci sono la carne i legumi, alcune verdure e il tuorlo d'uovo. Ci sono molti alimenti che hanno la «fama» di esserne ricchi ma in realtà non ne garantiscono un grande apporto. Uno fra tutti, gli spinaci con la loro immortale leggenda legata al fumetto di Braccio di Ferro: il ferro c'è ma è poco biodisponibile, cioè viene assimilato dall'organismo solo in minima parte.
Indispensabile quindi associare dove è possibile la vitamina C a alimenti ricchi di ferro per migliorane l'assorbimento, ad esempio spremendo del succo di limone sulla carne o sulle verdure. E per contro fare attenzione a quegli alimenti che possano invece inibirlo: per esempio ricchi di fibre come i cereali integrali.
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