Gian Battista Bozzo
da Roma
Sale Vittorio Grilli e arretra un po Mario Draghi nel totonomine, alla vigilia del Consiglio dei ministri che potrebbe essere decisivo per la successione ad Antonio Fazio in Bankitalia. Sullex direttore generale del Tesoro - fino a ieri favorito per la sua caratura professionale - sarebbe emersa qualche riserva legata al suo lavoro alla Goldman Sachs. Limportante banca daffari, insieme a Merrill Lynch, è stata infatti advisor del Banco di Bilbao nellops con Bnl. Draghi potrebbe così trovarsi in situazione non neutrale rispetto alle operazioni che hanno scatenato il terremoto in via Nazionale.
Draghi, lo ricordiamo, aveva lasciato il Tesoro pochi mesi dopo la vittoria elettorale della Cdl, sostituito alla direzione generale da Domenico Siniscalco. Ambienti dellattuale maggioranza lo vedono più vicino al centrosinistra che al centrodestra, anche se non mancano al banchiere appoggi importanti da parte di personalità di spicco della maggioranza, da Pier Ferdinando Casini a Gianfranco Fini.
Nella rosa dei candidati, perciò, Draghi occupa ancora una posizione di primo piano. Ieri ha incassato anche il «sì» di Pierluigi Castagnetti, capogrupo Dl alla Camera, e del parlamentare di Forza Italia Guido Crosetto. Tuttavia, come rileva leuroparlamentare democristiano Paolo Cirino Pomicino, «mai la banca centrale è stata affidata a uomini daffari: una decisione di questo genere - aggiunge - sarebbe un segnale alla finanza internazionale che lItalia è definitivamente in vendita». E i radicali ricordano che Draghi, da direttore generale del Tesoro, non si accorse dellaffaire Telekom Serbia, se non quattro mesi dopo la conclusione delloperazione.
Insomma, conferma Rocco Buttiglione, «prima di Natale sembravano tutti daccordo, e ora vedo del nervosismo. Io - dice ancora il ministro Udc - auspico che si faccia presto, e registro che, non appena è emerso il nome di Draghi, sono partiti gli attacchi di famosi professori alla ricerca del pelo nelluovo». Dunque Buttiglione si augura che il Consiglio dei ministri di domani sia quello decisivo, «perché più passa il tempo e più si logora la situazione, e non vorrei che il tempo venga utilizzato per bruciare nomi». Un altro ministro centrista, Mario Baccini, dubita però che la riunione di governo di domani possa essere quella decisiva: «Ne parleremo - spiega - ma non bisogna dimenticare che, spesso, chi entra in conclave Papa ne esce cardinale. La scelta del governo deve essere oculata». A sinistra si pensa che il Consiglio di domani non sarà quello risolutivo, e Giorgio La Malfa dice di non avere novità su questo fronte. «Fare il nome già nel Consiglio di domani - osserva allopposto il coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi - sarebbe un segnale positivo per i mercati, lEuropa e il Paese».
Berlusconi si tiene in contatto anche con lopposizione. Nei giorni scorsi, in una telefonata a Prodi, ha presentato la rosa dei candidati a Governatore, che il professore bolognese ha giudicato idonei. Prima del Consiglio dei ministri decisivo, i colloqui informali certamente riprenderanno. Restano poi continui i contatti fra Palazzo Chigi e il Quirinale, tenuti dal sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta con il segretario generale Gaetano Gifuni. Carlo Azeglio Ciampi ha voce in capitolo, e intende farla sentire.
La frenata su Draghi - che in questi giorni di vacanza si trova a Roma - rilancia la candidatura, gradita a Tremonti, dellattuale direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli, che pure è passato nella sua carriera per unimportante banca daffari. E rende meno improbabile la possibile conferma di Vincenzo Desario.
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