Banca Imi: meno rischi e l’utile cresce a 509 milioni

Banca Imi ha chiuso il 2009 con un utile netto di 509 milioni di euro, in crescita del 73,3% rispetto al 2008. Un dato molto positivo per la banca d’investimento del gruppo Intesa Sanpaolo, che ha registrato un margine di intermediazione (la somma di margine d’interesse e commissioni: quello che rappresenta il «fatturato» della banca) di 1,079 miliardi di euro, in crescita del 42,8%; il risultato della gestione operativa è stato di 772 milioni di euro, in crescita del 61,9%. Il Core Tier 1, il principale indice patrimoniale, è pari al 10,2 per cento.
Banca Imi, braccio operativo dell’attività di investment e corporate bank del gruppo Intesa Sanpaolo, è nata nel 2007 dalla fusione tra Imi e Caboto; si occupa di collocamenti in Borsa, di assistenza e consulenza in fusioni e acquisizioni, di emissioni obbligazionarie, di trading per conto terzi. «Nel triennio abbiamo registrato una costante crescita - ha sottolineato ieri Gaetano Miccichè, ad della banca e responsabile della divisione - nonostante le complessità derivanti sia dall’integrazione che dalla crisi economica». Nel triennio, ha sottolineato il direttore generale, Andrea Munari, «l’istituto ha restituito all’azionista Intesa Sanpaolo 1,5 miliardi di euro». Nel settore investment banking, l’istituto è risultato al primo posto nell’attività di consulenza per numero di operazioni completate (35). Banca Imi è prima anche sul mercato primario obbligazionario, dove ha curato 80 operazioni per un controvalore di 32 miliardi.
Corrado Passera, ad del gruppo, ha osservato che Banca Imi cresce e crescerà «secondo le regole che ci siamo dati: bassa attività di trading proprietario, per non influenzare il profilo di rischio, un rapporto con i clienti di lungo periodo, solidità patrimoniale e liquidità». Quest’ultima - ha sottolineato - «è la leva sulla quale le banche saltano. Non vogliamo mai trovarci nella situazione in cui chiedere al cliente di rientrare».
I risultati del 2009 sono stati brillanti. Anche se il gruppo non fa previsioni, Miccichè si è detto «fiducioso» di poter chiudere il 2010 con numeri in linea a quelli appena resi noti, con l’obiettivo, ovviamente, di continuare a crescere. Anche perché il mercato dà segni positivi: importanti collocamenti di azioni Prysmian e Piaggio sono stati completati, sul mercato dei blocchi, in poche ore, e già nei prossimi mesi saranno possibili alcune Ipo in Borsa. «Il premio al rischio sui mercati azionari - ha osservato Munari - oggi è il più alto di sempre».
Il gruppo Intesa Sanpaolo, anche attraverso Banca Imi, è un importante azionista, insieme a Unicredit e ad altre banche, della Borsa di Londra, che controlla quella di Milano.

Insieme, gli istituti italiani «farebbero il 16-17%. Si è discusso - ha detto Miccichè - sull’opportunità di mettere insieme il pacchetto» per dare più forza alla presenza italiana. «Ma per ora ogni partecipazione resta distinta. Aspettiamo tempi migliori».

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