Cronaca locale

Una banca regionale per enti locali: così il Pirellone finanzia lo sviluppo

Nasce il fondo pubblico a cui attingere per realizzare opere di interesse collettivo

Una banca regionale per enti locali: così il Pirellone finanzia lo sviluppo

Un istituto di credito regionale per finanziare i progetti degli enti pubblici locali. È questo il piano ideato da Romano Colozzi, assessore alle Risorse, Finanze e Rapporti istituzionali della Regione Lombardia, nonché coordinatore nazionale degli assessori al Bilancio delle Regioni. Il nuovo istituto finanziario lombardo, approvato dal governatore Roberto Formigoni, sarà gestito dalla Regione e dalla «Cassa depositi e prestiti Spa» (Cdp). Una collaborazione, quella fra i due enti, di lunga data: la società presieduta da Alfonso Iozzo infatti, da molti anni, è partner finanziario degli enti locali e agevola investimenti pubblici, infrastrutture e servizi nazionali. Nata nel 1850 come banca sotto l'egida del Ministero del Tesoro, la Cdp diventa autonoma società per azioni nel 2003, pur rimanendo però, per il 70 per cento del capitale sociale, controllata dallo Stato.
Malgrado le indiscrezioni trapelate, sull’operazione vige ancora stretto riserbo dovuto al fatto che i due soggetti coinvolti - la Cassa e il sistema delle autonomie lombarde - non hanno ancora avviato le trattative, per questo l'assessore Colozzi preferisce aspettare a rilasciare dichiarazioni ufficiali: «Si tratta - anticipa - di una ipotesi di lavoro che deve essere approfondita. Sarà certamente sviluppata nelle prossime settimane. Di più non posso dire». Dall'assessorato regionale alle Finanze comunque arrivano conferme: «La proposta sarà formalizzata probabilmente settimana prossima, quando l'assessore incontrerà il direttore generale della Cassa, Antonino Turicchi, e i vertici della Cdp e dell'Anci. Si tratta di un progetto ancora in fase embrionale ma di imminente realizzazione, prima della messa in atto però occorrerà valutare la disponibilità degli enti locali».
L'intento è quello di istituire fondi ad apporto pubblico ai quali Comuni, Province e Regione potranno attingere per realizzare opere di interesse collettivo. Non si tratterà però di una banca nel senso tradizionale del termine, sia perché occorrerebbe il via libera di Banca Italia sia perché al momento la Regione non ha interesse a crearsi una propria banca lombarda. Sarà invece una cassa prestiti utile per il territorio poiché concederà agli enti locali finanziamenti a tasso d'interesse vantaggioso: lo scopo è quello di rilanciare il sistema credito garantendo il coordinamento delle risorse in un’ottica di programmazione strategica e integrata del territorio.
Tra gli obiettivi infatti c'è anche il «Patto di stabilità regionale», che da tempo la Regione reclama al governo, e che vede la Lombardia come una rete di soggetti locali in grado di raggiungere il saldo di finanza pubblica. L'idea di creare un ente credito vicino alle esigenze territoriali rientra nell'ottica del federalismo fiscale e di una maggiore competenza legislativa della Lombardia; inoltre la Cdp è statale al 70 per cento, quindi si tratterebbe di una cooperazione tra Stato e Regione.

Il modello è quello già collaudato della Cal, la «Società Concessioni Autostrade Lombarde» gestita al 50 per cento da Anas e per la restante quota da Infrastrutture Lombarde.

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