Intesa raggiunta dalle banche, che mettono sul piatto 500 milioni di euro per il salvataggio di Risanamento. Nel dettaglio è prevista la trasformazione di attuali linee di credito per 350 milioni di euro in un prestito convertendo, da restituire in cinque anni. Nel caso in cui la società non fosse in grado di rimborsare il prestito alla scadenza, secondo quanto emerso, la cifra sarà convertita in azioni. I restanti 150 milioni saranno invece coperti da un aumento di capitale vero e proprio, a totale disposizione del nuovo management di Risanamento.
Prevale dunque la linea tracciata dagli istituti più esposti, Intesa e Unicredit, rispetto a quella più morbida elaborata dalladvisor Leonardo & co. che prevedeva un intervento complessivo attorno ai 250 milioni.
La questione fondamentale, come emerso già da alcuni giorni, è quella della discesa di Luigi Zunino nel capitale della sua creatura. Attualmente attorno al 73%, dopo una ricapitalizzazione da mezzo miliardo la sua quota è destinata a ridursi considerevolmente: alcune stime dicono addirittura tra il 20 e il 30%. Limprenditore piemontese è dunque ormai destinato a perdere, anche di fatto, la presa su Risanamento, per lasciare campo libero alla gestione delle banche.
Zunino già da ieri sera è tornato a incontrare i propri consulenti, Salvatore Mancuso e la Leonardo di Gerardo Braggiotti, per la valutazione del piano di salvataggio. Le consultazioni continueranno probabilmente fino allultimo momento disponibile. Ma - come dire - Zunino, schiacciato da tre miliardi di debiti, è ormai alle strette e pare scontato che sarà costretto a «ingoiare il boccone amaro», visto lo scarso potere contrattuale di cui ormai dispone nei confronti, non solo delle banche, ma anche della magistratura.
Prossima tappa fondamentale il cda di Risanamento di lunedì, ufficialmente non ancora convocato, ma che con ogni probabilità si terrà nel pomeriggio per dare a Zunino qualche ora in più di riflessione. Le banche contano di arrivarci con in tasca l«ok» allaccordo di salvataggio da parte della società. Ma non è escluso che possa essere concesso tempo a Zunino fino a martedì. Non oltre, visto che mercoledì 29 si terrà ludienza al Tribunale di Milano sulla richiesta di fallimento avanzata dalla Procura. E, come ormai noto, i giudici vogliono avere in mano qualcosa di concreto, cioè un piano condiviso e di lungo periodo e un management nuovo e credibile, per mettere da parte lipotesi di fallimento.
Sul fronte dei nuovi amministratori continuano a circolare numerose ipotesi. Per la carica di amministratore delegato è spuntato nelle ultime ore il nome di Massimo De Meo, ex numero uno di Beni Stabili, che però getta acqua sul fuoco. Per la presidenza invece i candidati potrebbero essere il commercialista Angelo Casò, attuale consigliere di Mediobanca, Luigi Fausti, ex presidente Comit e Bruno Ferrante, ex prefetto di Milano.
In un primo momento si sperava di arrivare alla nomina del nuovo presidente (che a sua volta deve scegliere lamministratore delegato) nel cda di lunedì, ma pare ora possibile che si slitti di un paio di giorni, fino alla data delludienza. Anzi, una delle ipotesi è che il «reggente» di Risanamento, lavvocato Umberto Tracanella, si presenti al palazzo di giustizia con una rosa di nomi da sottoporre al gradimento diretto del Tribunale.