Economia

Banche più sicure, nel 2008 calano i furti (-16%)

Lo studio dell'Abi: la metà dei tentativi fallisce ma il bottino complessivo ha raggiunto quota 11 milioni

Diminuiscono del 16% i furti in banca, oltre la metà dei tentativi fallisce ma nel 2008 il bottino complessivo è stato ancora significativo: pari a circa 11 milioni. Questa la fotografia scattata dall'indagine annuale realizzata da Ossif, il centro di ricerca dell'Abi in materia di sicurezza. La ricerca conferma inoltre il sensibile calo delle rapine allo sportello, diminuite del 27,3%.
Nel 2008 - spiega l'associazione che raccoglie le banche italiane - ci sono stati 504 tentativi di effrazione nei locali in cui si custodisce il denaro contante (casse continue e sportelli Bancomat, casseforti e caveau), con un calo del 16% rispetto ai 600 registrati nel 2007. Oltre la metà degli assalti (53,2%) inoltre fallisce, grazie alle misure e ai dispositivi di sicurezza adottati dai gruppi creditizi per proteggere le proprie filiali.
In particolare, su 504 episodi complessivi 268 non hanno avuto successo (-24,7% rispetto ai 356 del 2007), mentre i furti messi a segno sono stati 236 (-3,3%). Le banche nel loro complesso - evidenzia l'Abi - ogni anno investono oltre 700 milioni per potenziare i dispositivi di protezione della filiale (il 25% è destinato alle misure antifurto). Malgrado questo, però, sono rimasti rilevanti sia il bottino complessivo delle rapine (circa 11 milioni di euro) sia quello medio per furto, pari a 46mila euro.
«Il fenomeno dei furti in banca come quello delle rapine - sottolinea lo studio - è direttamente collegato all'ampio ricorso al denaro contante e al ritardo nell'uso dei moderni strumenti di pagamento che l'Italia sconta ancora rispetto al resto d'Europa.

Ridurre la circolazione, e dunque la presenza di contante negli sportelli Bancomat, nei caveau e nelle casseforti delle banche, oltre che nelle tasche degli italiani, vuol dire contribuire da un lato all'ammodernamento del Paese e, dall'altro, alla maggiore sicurezza delle città».

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