
Il board di Generali non si discosta dallo spartito prefigurato da Alberto Nagel e, come ampiamente atteso, non oppone disco rosso alla possibilità di continuare le interlocuzioni con Mediobanca nella partita legata all'Ops su Banca Generali. Il Leone di Trieste ha risposto ieri a Mediobanca che in una lettera aveva fornito alla compagnia informazioni aggiuntive in merito all'offerta su Banca Generali. Come prevedibile, considerando che il cda di Generali è a larga maggioranza (10 membri su 13) espressione di Piazzetta Cuccia, Trieste conferma la disponibilità a proseguire nelle prossime settimane la valutazione dell'Ops e della potenziale partnership industriale tra Milano e Trieste. E in serata, anche qui secondo copione, è arrivata la decisione del cda di Mediobanca di convocare l'assemblea dei soci il prossimo 21 agosto per esprimersi sull'offerta per Banca Generali. Se prevarranno i voti favorevoli, l'Ops potrà partire all'inizio di settembre alla luce del posticipo del momento di verifica di alcune condizioni di efficacia, tra cui il fatto che verrà ritenuta sufficiente anche la stipula di un head of terms (lettera d'intenti) con Assicurazioni Generali.
Incalzato sulla tempistica dei negoziati con Piazzetta Cuccia, il ceo Philippe Donnet ha fatto intendere che la complessità della trattativa richiede un'attenta riflessione. «Ci prenderemo il tempo che ci vuole per valutare bene la qualità dell'offerta, le opportunità che ci sono sul tavolo e quando saremo pronti diremo che tipo di conclusioni abbiamo raggiunto», ha spiegato il manager transalpino dal passaporto italiano. «La trattativa è complessa, siamo interessati e valuteremo, ma non dico niente di più perché al momento è prematuro sbilanciarsi», ha precisato Donnet chiudendosi a riccio.
L'agenda di Generali si compone anche di un altro dossier delicato, quello dei negoziati con Natixis per l'alleanza nel risparmio gestito. «Non abbiamo l'accordo definitivo sul tavolo, ma l'obiettivo è riuscire a firmare un contratto vincolante per entrambe le parti dopo l'estate per poi iniziare l'iter dei vari processi autorizzativi», ha asserito Donnet, che al contempo ha escluso qualsiasi tipo di connessione tra l'operazione Mediobanca-Banca Generali e quella con i francesi. Nel frattempo, Generali prosegue nell'opera di progressivo incremento dei Btp in portafoglio, che a metà anno risultano pari a 40,6 miliardi di euro, dai circa 37 miliardi di fine marzo.
Andando ai numeri del primo semestre dell'anno, la maggiore compagnia assicurativa tricolore ha riportato un utile netto di 2,2 miliardi, in crescita del 10,4%. L'utile operativo ha toccato i 4 miliardi (+8,7%), grazie al contributo dei segmenti Danni (+7,6%), Vita e Asset Management. I premi lordi si sono assestati a 50,5 miliardi (+0,9%). A livello patrimoniale il Solvency Ratio risulta in crescita a 212% dal 210% del 2024. Considerando i numeri del secondo trimestre, l'utile netto è stato di 957 milioni, facendo quindi meglio delle attese degli analisti (930,7 milioni) e Piazza Affari ha premiato il titolo che ieri ha chiuso in rialzo del 2,3 per cento.
«Siamo nella traiettoria giusta per implementare positivamente il nostro piano al 2027», è stato il commento di Donnet ai dati della prima metà dell'anno, augurandosi un secondo semestre su questa stessa linea, con la postilla che «fare previsioni da qui a fine anno è
difficile alla luce dell'attuale contesto che è sempre di volatilità e di incertezza». Sempre ieri Generali ha avviato il riacquisto di azioni proprie da massimi 500 milioni deliberato dall'assemblea dello scorso 24 aprile.