
Mps chiude il primo semestre 2025 con risultati solidi e una visione sempre più determinata sul futuro: da una parte, un utile in crescita e ricavi sopra le attese; dall'altra, la conferma senza esitazioni dell'impegno a portare avanti l'Ops su Mediobanca. «Siamo un istituto bancario serio», ha ribadito il ceo Luigi Lovaglio (in foto) durante la conference call con gli analisti, sottolineando la volontà di «creare la terza forza bancaria sul mercato italiano e siamo molto determinati a farlo». Da inizio dell'anno tutta la banca è concentrata sul target e «siamo convinti, motivati e impegnati appieno per riuscirci», ha aggiunto. L'obiettivo, ha chiosato, è acquisire il 66,67% del capitale azionario di Mediobanca, ma anche in caso di adesioni «al di sotto del 50% riusciremo a ottenere sinergie: ci vorrà più tempo per realizzarle, ma siamo stati prudenti nel fissarle a 700 milioni». Con una visione più ravvicinata, ha aggiunto, «potremo rivederle e raggiungerle entro tre anni». L'ad ha anche lanciato un messaggio diretto agli azionisti di Piazzetta Cuccia. «La nostra offerta non mira a sostituire i punti di forza di Mediobanca, ma a liberare completamente il loro potenziale abbinandolo a quello di Mps», ha osservato. Parole accompagnate da una critica all'atteggiamento dell'attuale governance. «Quello che possiamo vedere è un approccio strategico abbastanza erratico, con posizioni che cambiano senza seguire una ratio chiara, condizioni che cambiano all'improvviso e un atteggiamento difensivo che pone l'accento sulla protezione piuttosto che sulla creazione di valore». Questa la stoccata, l'ennesima, ad Alberto Nagel. Lovaglio ha precisato che l'integrazione non pregiudicherà la partnership in essere con Axa, in scadenza nel 2027. «Abbiamo una notevole flessibilità, grazie alla nostra forza patrimoniale, rete ed esperienza nel collocamento», ha puntualizzato e «se l'operazione con Mediobanca andrà a buon fine, potremo avere opportunità aggiuntive anche con Generali, se vorrà avviare una partnership con noi». Ai soci di Siena e di Piazzetta Cuccia l'ad ha promesso anche una remunerazione più generosa. «Siamo fiduciosi di poter anticipare il pay out ratio del 100% già nel 2025», ha affermato, aprendo anche all'ipotesi di un dividendo ad interim per allinearsi alla politica di Mediobanca.
Il tutto si inserisce in un quadro finanziario solido. Nel secondo trimestre Mps ha registrato un utile netto di 479,2 milioni (+15,7% sul trimestre precedente), superiore alle stime di consenso. Il semestre si chiude con un utile di 892,4 milioni, in crescita del 21,4% al netto degli effetti fiscali straordinari. I ricavi semestrali sono saliti a 2,05 miliardi (+1,1% su base annua), spinti da commissioni e gestione finanziaria. Il Cet1 fully loaded si mantiene a un solido 19,6%.
«Abbiamo costruito una fortezza: un robusto bilancio capace di proteggere Mps e creare opportunità nei decenni a venire», ha rimarcato Lovaglio. Alzato a oltre 1,5 miliardi il target 2025 di utile ante imposte. La Borsa ha apprezzato e il titolo ha guadagnato il 5%.