
Dopo soli pochi minuti dalla vittoria dell’Oca al Palio della Madonna di Provenzano, il Monte dei Paschi ha pubblicato il prospetto dell’offerta lanciata su Mediobanca.
Dal documento, già autorizzato dalla Consob, spuntano una serie di dettagli importanti. L’efficacia dell’Ops è subordinata al conseguimento di una partecipazione rappresentativa di almeno il 35% dei diritti di voto esercitabili in assemblea. Questa soglia, a differenza di quella del 66,67%, non è rinunciabile, si legge nel prospetto. Il Monte ritiene, infatti, che «sulla base della conformazione dell’azionariato» di Mediobanca alla data del documento di offerta e «delle percentuali di partecipazione finora registrate alle assemblee ordinarie» di Piazzetta Cuccia, «l’acquisto di una partecipazione compresa tra il 35% e il 50% del capitale sociale votante di Mediobanca sia idonea a consentire di ottenere il controllo di fatto» sull’istituto guidato da Alberto Nagel, esercitando «un’influenza dominante nell’assemblea ordinaria di Mediobanca e incidendo sul generale indirizzo della gestione». Anche in caso di controllo di fatto di Mediobanca con una quota inferiore al 50%, viene aggiunto, le sinergie e gli obiettivi strategici dell’offerta «saranno realizzabili» seppur «con possibili variazioni e ritardi nella loro implementazione», mentre non potrà essere accelerato l’utilizzo dei crediti fiscali facendoli valere anche sul bilancio di Mediobanca. I benefici delle Dta «saranno comunque conseguiti, ancorché in un arco temporale più lungo» che terminerebbe nel 2036, con un utilizzo annuo medio di Dta per 300 milioni anziché per i 500 milioni previsti con il superamento del 50% di Mediobanca.
A pagina 64 del documento si legge poi che l’istituto guidato da Luigi Lovaglio, in caso di perfezionamento dell’offerta, intende procedere al delisting di Mediobanca. Indipendentemente da questo, la banca senese non esclude di poter valutare in futuro, «a sua discrezione, la realizzazione di eventuali diverse operazioni straordinarie e/o di riorganizzazione societaria e aziendale che dovessero essere ritenute opportune, in linea con gli obiettivi e le motivazioni dell’Offerta, ivi inclusa l’eventuale fusione per incorporazione» dell’istituto di Piazzetta Cuccia.
I vertici di Rocca Salimbeni, inoltre, non prevedono di apportare «unilateralmente modifiche sostanziali ai contratti di lavoro dei dipendenti di Mediobanca e delle società facenti parte del gruppo» ed escludono che l’offerta «abbia conseguenze negative dirette sul complessivo organico» di Piazzetta Cuccia «quanto a condizioni di lavoro o di impiego». Viene infatti definito «ragionevole ritenere che in caso di perfezionamento dell’offerta non vi saranno impatti sul capitale umano e sui siti operativi esistenti di Mps e Mediobanca».
L’Ops inizierà il 14 luglio per
concludersi l’8 settembre (salvo proroghe) e, pertanto, sarà pari a 40 giorni di Borsa aperta. Prima dell’apertura del periodo di adesione il cda di Mediobanca potrà ancora rispondere e lo farà probabilmente lunedì 7 o martedì 8.