
Come sviluppare e attrare talenti? L'Amministratore Delegato del gruppo UniCredit, Andrea Orcel, ha cercato di rispondere a questo interrogativo nel corso della terza e ultima giornata della Conferenza internazionale "Young Factor 2025", un dialogo tra giovani, economia e finanza, promosso dall'Osservatorio Permanente Giovani-Editori, in partnership con Intesa Sanpaolo, che si tiene a Milano, a Palazzo Mezzanotte. Intervistato da Giuseppe De Bellis, direttore di Sky Tg24, il banchiere romano ha raccontato a una folta platea di studenti giovani la propria lunga esperienza professionale che poi lo ha portato a ricoprire il suo ruolo attuale.
Orcel spiega infatti di essersi laureato "proprio con una tesi su fusioni e acquisizioni ostili. Volevo fare quello, ce l'avevo molto chiaro e ci ho messo tutto me stesso", ha affermato il CEO di Unicredit in occasione dell'evento dedicato alle studentesse e agli studenti liceali. "Il talento ci vuole, ma la prima cosa è avere un'idea chiara di quello che si vuole fare - ha aggiunto l'ex dipendente di Merrill Lynch & Co -. Per fare alcune cose servono sacrifici e molte ore di lavoro. Quando ho iniziato avevo davanti gente con più talento di me, ma se io lavoro 19 ore e loro 9 ore nel tempo li supero". Orcel rivela inoltre: "Ci ho messo tutto me stesso. Io volevo fare l'investment banker, me lo sognavo la notte".
Del resto, rimarca Orcel, "quando sono uscito dall'università, fare quello che ho fatto in Italia era assolutamente impossibile. Credo che quando feci la tesi su fusioni e acquisizioni quasi ho dovuto spiegare alla commissione di cosa si parlava, perché nel nostro paese non c'era una cultura in materia", dice l'ad di UniCredit. La strada può non essere sempre chiara, "ma ci vuole persistenza e determinazione e secondo me ci vuole coraggio, a volte devi prendere delle decisioni che sul momento dici, 'e se non funziona?'" Andrea Orcel, infatti, ricorda che una volta si era chiesto retoricamente: "Lasci Goldman Sachs, la migliore banca d'affari al mondo in quel momento, per andarti a fare un Mba in un momento di crisi senza sapere se rientri perché vuoi passare da fixed income a M&A?".
L'ex presidente di UBS Investment Bank rivendica il successo del gruppo bancario internazionale che dirige in piazza Gae Aulenti, anche dal punto di vista dell'eterogeneità dei lavoratori: "Se uno facesse un giro nella nostra Torre vedrebbe tantissimi giovani, credo che ci più del 50% dei dipendenti vengano da almeno altri 25 Paesi". E si schiera in posizione nettamente contraria nei confronti delle quote rosa: "Le ritengo imbarazzanti", afferma motivando questa sua opinione con il fatto che "l'idea che una donna non può avere una certa posizione a meno che non vi sia una quota, questo secondo me non è assolutamente accettabile". "Tutti i miei team hanno avuto una maggioranza femminile, perché le donne lavorano di più, sono più motivate e sono più calme in condizioni di stress - conclude Orcel -.
Ci vuole un approccio sostenibile, se si promuove la persona sbagliata nel lavoro e poi fallisce, allora si tradiscono anche tutti gli altri e si dice che è stata promossa solo perché era donna".