Dal banchiere al maoista L’armata Brancaleone del compagno Pisapia

Dallo storico writer milanese Davide «Atomo» Tinelli al leoncavallino d’assalto, Francesco Daniele detto «Face», il cui motto è: «Di marijuana non si muore». Dall’attivista di Arcilesbica Luisa Bordiga a Vladimiro Merlin, dall’architetto di Expo e della Maddalena, Stefano Boeri al radicale Marco Cappato, dal presidente del Satam, il sindacato dei taxisti Raffaele Grassi. Eccola qua la coalizione che sostiene lo sfidante della Moratti, Giuliano Pisapia. Si prosegue con la consorte del presidente del cda del Corsera Ada Marchetti Gigli, al dirigente dell’Associazione Italia Cuba, Raul Della Cecca. E ancora: dalla signora Moratti, Milly, moglie di Massimo a Enrico Fedrighini, capolista dell’«unica lista ambientalista che non ha legami con famiglie di petrolieri famose a Milano». E poi c’è l’ultimo maoista rimasto a Milano: Vladimiro Merlin, tra i 100 firmatari dell’appello per la ricostituzione del partito comunista. Per la mancanza della sua firma, l’unica, la mozione urgente di Giulio Gallera (Pdl) per la liberazione di Ai Weiwei, designer cinese arrestato venerdì scorso, non è stata approvata. Non è la prima vota che Merlin, passato dal movimento studentesco alla lotta sindacale, «boicotta» le mozioni anti Cina. Lo scorso ottobre si rifiutò di firmare la mozione urgente per Liu Xiaobo il cui primo firmatario era Davide Corritore (Pd).

«A quanto mi risulta Ai Weiwei è stato arrestato per reati fiscali e poi la Cina ha molto migliorato in questi anni le condizioni di vita del suo popolo. Niente a che vedere con quello che sta succedendo in Honduras dove sono state ammazzate già 60 persone nel più assolto silenzio».

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