La bandiera che sventola da 23 anni

C'è una bandiera della Samp che non smette di sventolare, da almeno 23 anni a questa parte. E forse anche qualcosa di più. Una storia singolare, quella del vessillo blucerchiato che sovrasta una torretta ottocentesca, che molti avranno notato - almeno una volta nella vita - arrivando da Arenzano, lato monte, nei pressi del casello autostradale di Voltri, sull'A10.
Lo spareggio Uefa. Era la notte del 23 maggio 1987 quando il pullman della Sampdoria - reduce da Torino dopo la sconfitta contro il Milan (1-0, gol di Massaro) in un celebre spareggio Uefa - tornando a Genova incrociò, proprio con quella torretta, la prima bandiera blucerchiata della città. Quella sera forse in molti, visto che la partita era andata male, avevano tolto sconsolati le bandiere blucerchiate dal balcone. Eppure sulla torretta di Voltri (o meglio, geograficamente in via Antica Romana di Prà…), il vessillo continuava a sventolare. Fiero e orgoglioso dei colori blucerchiati.
L'impegno di Mantovani. Fu il presidente Paolo Mantovani in persona a premiare tanto amore per la squadra, prendendosi l'impegno - poi rispettato per tanti anni ancora - di regalare ogni anno una nuova bandiera alla famiglia che abitava in quella torretta. «Quella bandiera non smetterà mai di sventolare», disse un giorno l'indimenticato patron doriano. E, visto che dalle parti di Voltri il vento non manca mai, la promessa venne mantenuta. Quella torretta era ed è ancora oggi a tinte blucerchiate. Anche 23 anni dopo.
I contadini blucerchiati. A vivere in questa residenza, immersi nel verde delle campagne del Ponente genovese eppure a ridosso dell'autostrada, sono due contadini. Che naturalmente a Prà hanno costruito la loro fortuna sul basilico e sul pesto alla genovese. «Mi ricordo che a quella partita di Torino col Milan ero andato anche io, con mio nipote - racconta Nello Uccellani, 63 anni - da quel giorno la Sampdoria ogni anno ci ha fornito, a volte anche più volte nel corso della stessa stagione, una bandiera nuova. Almeno sino a quando c'era Paolo Mantovani…».
L'appello a Garrone. La tradizione però è rimasta intatta, anche in tempi recenti. «Adesso le bandiere, ogni volta che si rovinano o si sgualciscono, ce le forniscono alcuni club di tifosi. Quelli di Arenzano, Prà e Molassana. Ma certo, ci farebbe piacere che la Sampdoria tornasse a darci le sue bandiere, quelle ufficiali. Se Garrone legge quest'articolo, beh, noi siamo qua...» sorride Nello.
Bandiere fatte in casa. Ma non è tutto. Le bandiere della celebre torretta, almeno inizialmente, erano rigorosamente artigianali. «È vero, le cucivo personalmente io insieme a mia suocera - spiega Francesca Profumo, 54 anni, la moglie di Nello - mi ricordo soprattutto quella dell'anno dello scudetto, era il 1991. Organizzammo anche una grande festa all'aperto, mangiando le fave. La bandiera era splendida: avevamo cucito un Baciccia, un marinaio. Sullo sfondo, i colori blucerchiati e la scritta Grazie Ragazzi. Bei tempi, davvero».
Tecnologia lontana. La torretta, per la verità, inizia a sentire un po' il peso degli anni. Sarebbe necessario un bell'intervento di restyling. Un tempo nell'edificio abitavano cinque famiglie, adesso invece trovi solo Nello e Francesca. A lavorare nell'orto, magari insieme a tre inseparabili cani, uno dei quali - dicono - molto bravo soprattutto nella caccia. Lontano anni luce da internet e telefonini, qui la tecnologia sembra essere ancora poco conosciuta. Meglio così, forse. Niente frenesia, i due cuori blucerchiati vivono sempre a contatto con la natura. Con una sola eccezione. «Il derby? Non credo proprio che andrò a vederlo allo stadio - dice Nello Uccellani - ma in tivù di certo non me lo perderò».
Paragoni illustri. Ma la Sampdoria di Garrone potrà mai ambire ai traguardi raggiunti dalla mitica squadra di Paolo Mantovani? Difficile dirlo, ma sognare non costa nulla. Domani sera i blucerchiati, in caso di vittoria, potrebbero anche puntare ai preliminari di Champions. «La Samp di vent'anni fa era davvero molto forte - prosegue Nello - ma quella di oggi certo non mi dispiace. Cassano è un grande talento, uno che può vincere le partite da solo. Dopo tre sconfitte di fila, questa volta sarebbe proprio bello vincere…».
I cugini «di campagna». A proposito, sulle alture di Prà - tra le serre di basilico e il pesto alla genovese - si vedono anche i tifosi del Genoa. «Guardi che qui siamo tutti grifoni…» sorride un ragazzo al bar del G.S. Cep, a due passi dalla torretta. Ce ne sono e anche i diretti interessati confermano, alzando un po' le spalle. «Sono tanti, purtroppo. Ma è meglio non parlarne…» sorride Francesca Profumo. Eccoli - per dirla con una battuta - i «cugini di campagna», naturalmente a tinte rossoblù.
Facce da derby, quelle dei due contadini dal cuore sampdoriano.

Una storia da derby, quella della bandiera sulla torretta che domina il Ponente genovese, che entrò di diritto nel cuore di Paolo Mantovani. Un vessillo fiero e orgoglioso dei colori blucerchiati. Comunque vadano le cose anche nel derby di domani sera.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica