Ai poliziotti di guardia al tribunale, che lhanno fermata mentre stava sistemando linsolito bottino nella borsetta, Carmela ha confessato subito che il suo non era un furto, ma il semplice tentativo di completare una collezione. La sua collezione. Di bandiere. Sì, perché Carmela, giovane originaria di Avellino, ma felicemente trapiantata alla Spezia, ha sempre fatto come con le figurine Panini: «Celo, celo, mi manca. Voglio avere in casa i vessilli di tutti i Paesi del mondo e di tutte le organizzazioni internazionali. Ma in buone condizioni, mi raccomando. Come fossero fior di conio, anzi, di sartoria».
Come fare a resistere, allora, di fronte a quei due magnifici esemplari - uno tricolore, laltro dellUnione europea - esposti nel giardino di Palazzo di giustizia, che parevano appena usciti dalla fabbrica, ancora profumanti di fresco?
Difatti lei non ha resistito nemmeno un istante: sè appostata davanti ai cancelli delledificio, ha approfittato di un momento di distrazione dei guardiani, ed è scattata decisamente verso i pennoni. Manovra attuata con destrezza: lammaina bandiera è riuscito meglio a lei che ai cadetti dellArsenale. Pochi secondi, e i due vessilli sono finiti in borsa.
Ma a quel punto sono arrivati gli agenti, che da lontano avevano assistito, increduli, al blitz. «Signorina, che fa?». «Non lo vede? Mi prendo le bandiere». «Ma non si può, è proibito».
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