Notizie rassicuranti sui conti pubblici giungono dal
Bollettino economico
della Banca d'Italia:il 2010 dovrebbe essersi concluso con un
rapporto deficit-pil inferiore all'obiettivo del 5%. Anche l'incremento
del debito del 3% (dal 116 al 119% del pil), è inferiore di due punti
percentuali alle previsioni della Commissione Ue per la media
dell'Eurozona. Al buon andamento dei conti si contrappone una crescita
economica ancora risicata: Via Nazionale prevede un aumento del pil
dello 0,9% quest'anno e dell'1,1% nel 2012. Ritmi di crescita che
potrebbero impedire il recupero di occupazione.
Conti migliori.
Le cifre e le previsioni di Bankitalia confermano il buon andamento
del bilancio pubblico nel 2010. Il fabbisogno statale di cassa è
diminuito di 1,5 punti percentuali rispetto a quello del 2009. E
«sulla base delle informazioni disponibili», il deficit si sarebbe
portato sotto l'obiettivo del %%.La dinamica delle entrate è tornata
positiva, anche grazie all'introduzione di nuovi vincoli alle
compensazioni Iva. Il debito pubblico avrebbe raggiunto quota 119% del
pil, dal 116% del 2009: un incremento modesto, del 3%, inferiore alla
media Ue prevista dalla Commissione (il 5%).
Crescita moderata.
L'altra faccia della medaglia descritta da Bankitalia appare meno
soddisfacente. La crescita dell'economia italiana raggiungerebbe lo
0,9% nel 2011 e l'1,1% nel 2012. Decimali a parte, si viaggia a un ritmo
dell'1%, insufficiente a creare nuovi posti di lavoro. La modesta
espansione del pil, dovuta in buona parte al
ristagno dei consumi interni, è leggermente inferiore alla media
europea dell' 1,5%. Di questo passo, alla fine del 2012 la nostra
economia avrebbe recuperato la metà di quanto perduto durante la
recessione, circa 7 punti percentuali.
Il lavoro non aumenta.
La crescita dell'occupazione, nelle condizioni di crescita appena
descritte, non potrebbe superare il mezzo punto sia nel 2011 che nel
2012.«L'occupazione ancora non recupera», si legge nel Bollettino economico .
Secondo Bankitalia, il tasso di sottoutilizzo, che oltre ai
disoccupati veri e propri comprende i lavoratori in cassa integrazione
e gli «scoraggiati » che non cercano più un'occupazione, ha
raggiunto l' 11% a fronte di un tasso uffciale di disoccupazione
dell'8,7% (dati Istat del novembre 2010).
Consumi al palo.
I consumi delle famiglie, nel terzo trimestre del 2010, hanno
registrato un lieve recupero (+0,3% sui tre mesi precedenti), grazie
agli acquisti di beni durevoli. In un contesto caratterizzato
dall'incertezza, anche nell'ultimo trimestre dello scorso anno, la
domanda interna dovrebbe essere rimasta debole. Cresce
l'indebitamento delle famiglie, che devono
anche devono confrontarsi con l'aumento dei prezzi: l'inflazione
salirebbe dall' 1,6% del 2010 a una media del 2,1% quest'anno, per poi tornare al 2% nel 2012.
L'incertezza. Il quadro disegnato nel Bollettino
del servizio studi di Bankitalia resta esposto ai venti della crisi
internazionale.
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