Roma - Crescita molto debole; consumi delle famiglie in calo; deficit pubblico verso il 2,5% del Pil; inflazione media annua stimata al 2,6%; peggioramento della competitività delle imprese italiane, che a fine 2007 hanno toccato un indebitamento record, il massimo dal 2001. È questo il quadro - davvero non roseo - dell’economia italiana 2008 che Bankitalia presenta, all’indomani delle elezioni politiche, nel suo Bollettino economico trimestrale.
Nei primi mesi dell’anno, rileva la banca centrale, si sono acuite le tensioni sui mercati finanziari internazionali, e lo scenario economico globale è peggiorato. L’Italia risente, come tutti i Paesi, degli effetti che la crisi sta provocando sull’economia reale. In più, la debolezza strutturale del Paese aggrava la situazione. Bankitalia non fa proprie previsioni sul Pil 2008, ma osserva che «dopo il forte calo registrato nel quarto trimestre 2007, nella media dei primi tra mesi la produzione industriale ha sostanzialmente ristagnato». Quanto alla competitività delle imprese, dopo la flessione del 2% registrata lo scorso anno, «nel primo trimestre del 2008 si sarebbe registrato un nuovo peggioramento», a causa dell’euro forte e del costo del lavoro. A fine 2007 - rileva ancora il Bollettino - l’indebitamento finanziario delle imprese ha raggiunto il 73,3% del Pil, il record dal 2001. Allo stesso tempo si sono fermati gli investimenti in macchinari e attrezzature, mentre le esportazioni sono cresciute del 5%.
Preoccupazione anche sull’andamento dei prezzi. Bankitalia ricorda che in marzo l’inflazione ha raggiunto il 3,6% e stima che la media 2008 dovrebbe attestarsi sul 2,6%. L’inflazione «percepita» dalle famiglie è assai più elevata, prossima al 6%. Uno dei motivi è che i rincari si sono concentrati su alimentari ed energia, benzina e gasolio: prodotti che vengono acquistati, e quindi «percepiti», ogni giorno. Dopo un 2007 che ha visto un aumento molto limitato dei consumi delle famiglie, «l’indice delle vendite al dettaglio ha continuato a flettere, e il clima di fiducia dei consumatori è nettamente peggiorato». Cala anche la richiesta di mutui casa e di credito al consumo.
Il quadro dei conti pubblici, dopo la discesa del deficit a fine 2007, vede un nuovo aumento del disavanzo che, a fine anno, dovrebbe essere superiore dello 0,9% rispetto al risultato dell’anno scorso (2,5% del Pil contro 1,9%). Il miglioramento dei conti 2007 «riflette essenzialmente - osserva Bankitalia - il forte aumento della pressione fiscale», giunta al 43,3% del Pil. Con l’ultima legge finanziaria, sono anche aumentate le spese. Il miglioramento del fabbisogno di cassa nel primo trimestre 2008 riflette l’apporto di entrate una tantum. Da Bruxelles, il commissario agli Affari monetari Joaquin Almunia chiede al nuovo governo di evitare che il deficit pubblico torni sopra il 3% nei prossimi anni; per il momento, Almunia conferma che il 7 maggio la Commissione proporrà l’abolizione della procedura di infrazione contro l’Italia per deficit eccessivo.
Il Bollettino non manca di osservare la situazione bancaria nazionale. La crisi finanziaria ha avuto un impatto limitato sulle nostre banche, i cui ricavi «hanno continuato a crescere, pur subendo un rallentamento».
La qualità del credito bancario 2007 non mostra segni di deterioramento, e sono tornati a crescere i depositi e la raccolta obbligazionaria. Nel contempo, le condizioni di credito alle imprese si sono però «irrigidite».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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