da Roma
Lantico dilemma - sono gli uomini che fanno le istituzioni, o sono queste ultime che plasmano gli uomini? - si è riproposto, negli ultimi anni, intorno alle vicende che hanno riguardato la Banca dItalia. Vicende che hanno messo in dubbio, in Italia ma soprattutto allestero, la percezione di un mercato bancario libero nel nostro Paese. Sono cambiate le cose, da qualche mese a questa parte? Sì, secondo Giuliano Amato. Presentando in Campidoglio Via Nazionale, splendori e miserie della Banca dItalia, il libro della giornalista Elena Polidori, il dottor Sottile ha affermato: «La cosa più bella detta da Mario Draghi nelle sue prime considerazioni finali è stata: non venite, voi banchieri, a dirmi in anticipo le operazioni che avete intenzione di fare». Finita lepoca dellalzata di sopracciglio, che significa un «no», «la Banca dItalia - ha aggiunto Amato - ha deciso di entrare nelleconomia libera, vigilando ex post sulle operazioni».
Via Nazionale parla della nostra banca centrale attraverso le stagioni dei sette governatori. Parte proprio dal caso pubblico-privato del governatore uscente, Antonio Fazio, che lautrice ha seguito passo passo, quasi ora per ora, conservando note minuziose nei suoi taccuini da infaticabile cronista. Prosegue con le storie affascinanti di Vincenzo Azzolini, condannato in tribunale per aver salvato (almeno in parte) loro italiano dalle brame naziste, a quelle di Luigi Einaudi, Donato Menichella, Guido Carli, Paolo Baffi, Carlo Ciampi. Conclude con un ritratto del nuovo governatore Draghi.
Le vicende dei governatori, a volte drammatiche, dimostrano che in fondo la sacralità dellistituzione non è mai esistita, se non come velo di scarsa trasparenza.
Molto sta cambiando in via Nazionale 91. Polidori conclude il suo lavoro dicendo che «resta comunque impossibile immaginare un futuro senza Banca dItalia». Per il futuro prossimo, certo è così.
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