Bankitalia «tifa» per i consumi: potranno sostenere la ripresa

RomaUna ripresa economica ancora debole caratterizza i primi mesi di quest’anno. Arrivano, tuttavia, segnali incoraggianti dalla produzione industriale e dal settore delle costruzioni: il miglioramento dell’attività industriale prefigura il ritorno al segno positivo per la crescita nel primo trimestre, ma sull’intesità della ripresa pesano i consumi e l’export. Se la Banca d’Italia fosse un po’ meno analitica e più propositiva, potrebbe dire a famiglie e imprese: consumate di più e investite di più, per una ripresa più solida.
Nel suo bollettino economico, Bankitalia fa il primo quadro complessivo del 2010, rilevandone le ombre ma anche qualche luce. Fra le ombre, palazzo Koch mette in evidenza l’andamento dell’occupazione che preoccupa le famiglie, riducendone le decisioni di spesa. Fra le note positive, una situazione di conti pubblici migliore degli altri principali Paesi industriali che, lo scorso anno, hanno sopportato i costi di «importanti salvataggi bancari». Il deterioramento dei conti da noi è «più contenuto», anche se per raggiungere gli obiettivi europei di quest’anno - cioè un deficit al 5% del Pil - sarà necessario un «sensibile aumento delle entrate» e una decelerazione della spesa pubblica.
L’incognita maggiore è rappresentata dal comportamento dei consumatori italiani, visto che le esportazioni non bastano da sole a garantire la crescita. «Dalla fine di aprile - si legge nel bollettino - uno stimolo ai consumi dovrebbe giungere dalle misure di sostegno introdotte dal governo». Gli incentivi sono partiti ieri, e si prevede un rapidissimo esaurimento delle risorse a disposizione.
Il problema è rappresentato dalla disoccupazione. Rispetto al picco positivo raggiunto nell’aprile del 2008, sono stati persi circa 700mila posti di lavoro, e anche nel primo trimestre 2010 c’è stata una flessione degli occupati rispetto agli ultimi tre mesi del 2009. Si tratta di una situazione che allarma anche le famiglia in cui non ci sono problemi di lavoro: le spese vengono rinviate, nonostante che i prezzi siano sostanzialmente stabili (le attese d’inflazione 2010 non si discostano da un +1,5%). Inoltre le imprese continuano a segnalare difficoltà nell’accesso al credito, anche se si è fermato l’irrigidimento nelle condizioni di offerta da parte delle banche. «I fattori alla base della debole domanda interna potrebbero pesare sull’intensità e sui tempi della ripresa», segnala via Nazionale.
Il nodo della disoccupazione è al centro dell’analisi anche da parte della Banca centrale europea. Nel suo bollettino mensile, l’Eurotower spiega che «la ripresa è moderata, e la disoccupazione salirà ancora nel resto dell’anno».Il rischio è che «il basso grado di utilizzo della capacità produttiva freni gli investimenti, e le deboli prospettive per il mercato del lavoro rallentino i consumi». Il tasso di disoccupazione nell’area dell’euro è salito in febbraio al 10% contro il 9,9% del trimestre precedente. Si tratta, ricorda la banca centrale, del livello più alto dall’agosto 1998.
La Bce denuncia apertamente che la riduzione degli squilibri globali, in particolare il deficit commerciale americano contrapposto alla forte crescita dell’export cinese - è stata solo parziale, «e di natura temporanea».

Ed è allarme occupazione anche per gli Stati Uniti: «La recessione incominciata nel 2007 - spiegano gli economisti dell’Eurotower - è stata associata a una correzione brusca del mercato del lavoro americano». E ora c’è il timore che nel 2010 si configuri una ripresa senza occupazione, come è accaduto diverse volte negli anni Novanta.

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