Bar e duty free, Autogrill scommette sulle sinergie

Si lavora per fare combaciare shopping e ristoro negli aeroporti. La scommessa delle autostrade e la carta «Grandi Stazioni»

da Milano

Fare combaciare la mappa dei punti di ristoro gestiti da Autogrill negli aeroporti con quella dei duty free di Aldeasa e portare il gruppo guidato Da Gianmario Tondato Da Ruos sia sulle autostrade dei Paesi «amanti delle buona tavola» sia dove sarà maggiore lo sviluppo viario. La strategia della famiglia Benetton fa breccia in Piazza Affari dove Autogrill ha incassato la promozione di Merrill Lynch, secondo cui il titolo (più 1,4% il bilancio della settimana) è «sottovalutato» rispetto alle prospettive di crescita del gruppo.
A convincere la banca d’affari è stato l’ultimo contratto vinto negli Usa dalla controllata HmsHost che si è aggiudicata 12 aree di servizio lungo la New York Thruway, l’arteria che collega la Grande Mela alla Pennsylvania snodandosi per oltre mille chilometri (230 milioni i veicoli in transito ogni anno). Un contratto da oltre un miliardo di dollari in 13 anni che nel 2007 dovrebbe aggiungere quasi un «2% alla crescita organica», prosegue Merrill Lynch prevedendo un’accelerazione dello sviluppo dal prossimo anno: il 2005 dovrebbe chiudersi con 3,45-3,5 miliardi di ricavi (più 9-10%) e 110-120 milioni di profitti (più 20-30%).
Dopo la gara vinta a febbraio nell’Indiana (60 milioni di dollari in 10 anni) la New York Thruway è l’ultimo tassello posto sulle autostrade d’Oltreoceano da Autogrill che si è poi rafforzato in Europa con il recente accordo in Slovenia: la scorsa settimana c’è stata l’inaugurazione dei primi tre punti di ristoro.
Il settore autostradale corrisponde al 46,6% dei ricavi del gruppo (98% nel 1996) che oltre all’Italia è radicato in Francia, Spagna, Benelux, Austria, Svizzera e ha un presidio in Grecia. La scelta sarà puntare sui Paesi nodali per i grandi flussi di traffico europeo (come il cosiddetto «Corridoio 5» che collegherà Lisbona a Kiev) o su quelli con una marcata propensione alla spesa per la ristorazione: al primo posto figura l’Italia e all’ultimo la Germania. Ancora più forte è stata l’accelerazione sul business aeroportuale dove la stessa famiglia Benetton si è da poco schierata accanto ai Romiti nel controllo di Adr. Da parte sua Autogrill ha prima acquisito HmsHost (presente in Usa, Canada, Australia, Europa) e poi la spagnola Aldeasa.
L’obiettivo è fare degli aeroporti il settore a maggiore impatto sul fatturato (oggi 44,8%), sfruttando sia le sinergie tra la ristorazione e i duty free sia la penetrazione sul territorio di Aldeasa e HmsHost. Quest’ultima dovrebbe crescere in Europa mentre Aldeasa punterà sul Nord America, come è accaduto a ottobre con l’assegnazione dei duty free di Vancouver in Canada.
Ma Autogrill guarda anche al Nord Europa, dove è stata da poco conclusa un’operazione a Stoccolma, e al Medio Oriente (Kuwait City). Completa il quadro l’Italia dove il gruppo è da poco sbarcato anche a Bergamo e Brescia e intende sfruttare il traffico delle compagnie low cost.

Il restante 10% del fatturato è assorbito da centri commerciali, porti (c’è un progetto pilota a Civitavecchia) e stazioni. Un mondo nel quale i Benetton hanno scommesso sul progetto «Grandi Stazioni» dove, dopo alcune difficoltà, sembra tutto pronto a ripartire.

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