Barberis: «Ora le imprese sono più internazionali»

Barberis: «Ora le imprese sono più internazionali»

Non di sola Fiat vive il Piemonte. Perché l’innovazione e l’internazionalizzazione della regione si alimentano sì della filiera dell’automotive, ma anche dei settori, oggi particolarmente dinamici, dell’aerospaziale e dell’Ict, accanto alla metallurgia e alla chimica. Nei primi 9 mesi del 2006 l’export piemontese è cresciuto del 7,4% rispetto allo stesso periodo del 2005 e Torino è seconda tra le province per tasso di internazionalizzazione, con un’incidenza delle merci esportate sul valore aggiunto prodotto di circa il 29% contro il 22% della media nazionale. «Innovazione e presenza sui mercati esteri - dice il presidente della Camera di Commercio di Torino, Alessandro Barberis - sono strettamente correlate, perché dal contenuto dell’una dipende il successo dell’altra».
Ricerca e innovazione si rispecchiano nei numeri del territorio, che appaiono espliciti. Gli addetti all’R&D sono oltre 18mila e gli investimenti regionali nella ricerca sono sostenuti per il 78% dalle aziende: il loro ammontare complessivo equivale a un quinto della spesa dell'intera Italia. Poi, il numero di imprese attive nei settori ad alto contenuto tecnologico pongono la città della Mole al terzo posto in Italia. E ancora, il Piemonte s’aggiudica la piazza d’onore nella graduatoria delle regioni in base alla spesa di ricerca e sviluppo sul Pil: il dato è pari all’1,7%, contro un valore nazionale dell’1,1%. Altro indicatore del grado di innovazione, il numero di richieste di brevetto per invenzioni e modelli di utilità che a Torino concentra circa il 10% delle domande nazionali. «Più che l’aspetto puramente tecnologico - riprende Barberis - mi piace sottolineare la portata del cambiamento che si lega all’innovazione. Significa rimettersi in gioco nei processi produttivi, logistici e commerciali. Sono molteplici gli esempi di successo, che culminano in un’accresciuta internazionalità delle imprese». Nel 2005 il valore delle merci della provincia di Torino dirette all’estero ha sfiorato i 16 miliardi di euro; nell’export il primo settore è tuttora costituito dai mezzi di trasporto, che incidono per il 41% del totale.
Ma sono gli ordinativi esteri dell’aerospaziale a segnare l’aumento più corposo, il 18,5% in più rispetto all’anno passato. Figli ultimogeniti dei distretti industriali, aerospaziale e Ict rappresentano oggi due comparti chiave, «per lo sviluppo internazionale dei quali - così Barberis - abbiamo lanciato nuovi progetti, sulla scorta degli ottimi risultati ottenuti con l’iniziativa triennale “From concept to car”, che ha portato alle 194 aziende coinvolte nel distretto dell’auto nuove commesse, aggregazioni e joint venture, rafforzando la collaborazione con gli organismi internazionali e fra le istituzioni piemontesi».
Pure su progetti specifici come quello centrato sugli scooter a idrogeno. L’attività della Camera di Commercio di Torino per l’innovazione si articola su quattro filoni riguardanti, oltre agli studi di settore e agli interventi per favorire l’incontro tra imprese e ricerca, i trasferimenti di tecnologia e il servizio brevetti. Quanto all’internazionalizzazione, è operativo lo sportello Globus di supporto alla presenza alle fiere, a iniziative sui singoli mercati, all'avvio di attività di export, alla ricerca e alla verifica d’affidabilità di partner commerciali, nonché in tema di fisco, dogane, contratti, documenti e certificati.

«Le Camere di Commercio attraverso la neocostituita società Centro Estero per l’internazionalizzazione del Piemonte - aggiunge Renato Viale, presidente di Unioncamere - stanno facendo la loro parte insieme alla Regione per favorire e guidare questo processo, sostenendo le aziende impegnate a proporsi, in particolare, sui mercati emergenti».

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