Barbuta, un disastro ambientale

(...) stanno così da anni - dice il proprietario di un parcheggio privato più avanti - qui ognuno fa il proprio comodo». A dicembre è arrivata l'Ama. Più di mille tonnellate di rifiuti raccolte. Ma, come del resto era prevedibile, dopo appena tre mesi la situazione è tornata la stessa di prima.
Fra i residenti è vivo l’allarme. Molti temono danni ambientali legati all’inquinamento atmosferico e, in particolare, a quello idrico. Già, perché in corrispondenza dell’immondezzaio, a circa 80 metri di profondità, perizie idrogeologiche hanno dimostrato la presenza di una falda acquifera. Da lì passa l’acqua (proveniente da Castel Gandolfo) che va ad alimentare le sorgenti Egeria e Capannelle situate a valle. E se è vero che 80 metri di terreno sono tanti, e che per ora sono sufficienti a fare da filtro e a proteggere la falda, è altrettanto vero che questo discorso non sarà valido per sempre. In altre parole è solamente questione di tempo. A questo proposito bisogna tenere conto che il campo Rom ha visto la luce nel 1996 ed è grosso modo da allora che l’area versa in questo stato di abbandono. Inoltre un semplice smottamento del terreno basterebbe ad accelerare il processo d’infiltramento determinando così l’inquinamento della falda. L’amministratore della sorgente Egeria di via Appia chiama in causa Luigi Minicillo dell’area Ispettorato polizia mineraria alla Pisana: «Gli abbiamo fatto presente la questione tante volte, la tutela della falda è compito della Regione. Finora però nessuno si è mosso». In gioco, spiega Enrico Mari, c’è il futuro della sua azienda. «Se non viene posto rimedio, un domani saranno necessari filtri chimici, nonché batteriologici, e la sorgente chiuderà i battenti».
Esiste poi un grave problema di sicurezza. La signora Cesari, presidente della cooperativa Appia Sorgente, che rispetto al campo della Barbuta si trova dall’altra parte della strada, ha subito parecchie intrusioni. «L’ultima - ricorda - a gennaio: hanno sfondato la rete con un furgone, fatto incetta di cavi elettrici, distrutto un macchinario. Danni per 30mila euro». Il proprietario del parcheggio privato Alta Quota ha sporto anche lui denuncia in diverse occasioni: «Hanno rubato targhe e numeri di telaio», dice. La sera i nomadi della Barbuta accendono fuochi, bruciano auto e montagne di copertoni. Una colonna di fumo nero si alza in cielo e a seconda da che parte tira il vento o fa capolino sul Gra, che passa lì accanto, o sulla pista dell’aeroporto.

«La torre di controllo di Campino ci chiede spesso d’intervenire», riferiscono alla centrale operativa dei vigili del fuoco. I pompieri intervengono in media tre volte alla settimana, sempre sotto scorta. «In pratica lavoriamo per loro», ci scherzano sopra alla centrale.

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