Il barcone si rovescia annegati sette immigrati

Ancora un naufragio nel Canale di Sicilia, dove si è consumata l’ennesima tragedia dell’immigrazione. Sette extracomunitari sono morti nel ribaltamento di una «carretta» del mare avvenuto a circa 150 miglia a sud est di Lampedusa, in acque libiche, mentre altri 21 sono stati salvati da due pescherecci italiani. La barca si sarebbe ribaltata intorno alle 11 di ieri mattina. I soccorsi sono scattati immediatamente ma per alcuni immigrati non c’è stato nulla da fare. «Erano in 28, su un guscio in vetroresina di pochi metri - ha raccontato Angelo Giacalone, comandante dell’Arias I, uno dei due pescherecci che hanno salvato i migranti - i nostri colleghi hanno subito tratto in salvo 17 immigrati, noi siano riusciti a recuperarne altri quattro». Le vittime, dunque, sarebbero sette. «Abbiamo visto anche dei cadaveri galleggiare, ma non eravamo attrezzati per riuscire a ripescarli».
Una nuova tragedia del mare a distanza di soli tre giorni da quella riferita da un giovane nigeriano, sbarcato sabato scorso a Lampedusa con altri 74 extracomunitari. L’uomo ha detto di essere stato costretto a gettare in mare i corpi dei suoi due bambini, di due e quattro anni, morti di stenti durante la traversata.

Un racconto che fino ad ora è stato confermato da alcuni clandestini che erano sull’imbarcazione. Proprio a Lampedusa, dopo tre giorni di «tregua» a causa delle cattive condizioni del mare, sono ripresi gli sbarchi: nel pomeriggio di ieri sono giunti in porto 43 clandestini, tra cui tre donne e un minore.

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