Barenboim, il musicista che spacca Israele

da Gerusalemme

Infuriano le polemiche in Israele e non solo dopo che il celebre pianista e direttore d’orchestra israeliano Daniel Barenboim ha annunciato la decisione di prendere anche la cittadinanza (e il passaporto) palestinese. Un dirigente del partito ortodosso Shas, Yaakov Margi, ha chiesto che a Barenboim sia revocata la cittadinanza israeliana. «In quanto cittadino di una entità nemica, il ministro degli Interni dovrebbe revocargliela. Ma anche se ciò non avvenisse - ha aggiunto Margi - Barenboim ha definitivamente perso agli occhi degli israeliani la propria statura morale».
Un portavoce del ministero degli Interni ha precisato che «la questione non si pone», innanzi tutto per motivi tecnici: Israele vieta infatti ai propri cittadini di assumere la cittadinanza di «Stati nemici» e l’Autorità nazionale palestinese non è per il momento qualificata neppure come uno Stato. Anche la stampa di destra non lesina critiche nei confronti del grande musicista. Il quotidiano Makor Rishon si chiede «quale sarà la prossima provocazione di Barenboim: andrà forse a singhiozzare sulla tomba di Yasser Arafat?».
«È un grande onore ricevere l’offerta di un passaporto», ha detto domenica dopo un recital di piano dedicato a Beethoven a Ramallah, città della Cisgiordania dove è attivo da qualche anno nel promuovere i contatti tra giovani musicisti arabi e israeliani.

«Ho accettato anche perché credo che i destini del popolo israeliano e del popolo palestinese siano collegati in modo inestricabile - ha detto ancora Barenboim -. Abbiamo la benedizione, o maledizione, di dover vivere assieme. E preferisco la prima delle due. Il fatto che un cittadino possa essere premiato col passaporto palestinese sia un segno che ciò è possibile».

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