Barenboim porta all’Auditorium un po’ di Scala

Si usa, ma spesso a sproposito, nel settore dello spettacolo, il termine evento, mentre sarebbe da preferire sempre e comunque il termine concerto, nel caso di appuntamenti musicali, per indicare qualche accadimento che ha dell’eccezionale in termini di pregio della proposta e di qualità dell’esecuzione. Ma se ci riferiamo al concerto di stasera, nella sala grande dell’Auditorium, con i complessi della Scala guidati da Daniel Barenboim che del teatro milanese è come «direttore principale» - come lascia intendere quella curiosa denominazione di «direttore scaligero» con cui si preferisce indicarlo - il termine non è fuori luogo: di un vero e proprio evento si tratta.
Perché ha dell’eccezionale la venuta a Roma dei complessi scaligeri che nelle loro regolari tournée in ogni parte del mondo, girano alla larga dalla capitale. Nel nostro caso, la venuta a Roma esprime anche la volontà del sovrintendente Lissner di ricambiare la cortesia delle grandi istituzioni italiane che, a turno ogni anno sbarcano a Milano, come ha già fatto Santa Cecilia. Nel caso di Roma c’è anche dell’altro. Pappano, ora a capo dei complessi ceciliani ma il cui mandato scade nel 2013, viene dato come candidato numero uno per l’incarico di «direttore musicale» alla Scala, che fu già di Abbado e Muti. E dunque tale scambio di concerti potrebbe leggersi come strategia di avvicinamento fra due storiche istituzioni italiane, alle quali un progetto di riforma ministeriale intende assegnare il ruolo di «rappresentanza nazionale», privilegiandole su tutte le altre, pur gloriose.
Ha dell’eccezionale anche il fatto che dopo molti anni, Daniel Barenboim, torni a Roma come direttore, mentre lo si era quasi sempre ascoltato come pianista, qual è stato per buona parte della sua carriera. Oggi l’attività di direttore lo assorbe più di quella di pianista ed ambedue - a causa della frenetica e vorace attività del musicista - hanno assunto i connotati di un assillo, non privo di rischi.
Pure il cast è di prim’ordine: Barbara Frittoli, Sonia Ganassi, Marcello Giordani, René Pape . Un cast che in parte figurava anche nel recente Requiem verdiano diretto da Pappano a Roma e che presto uscirà in disco. E per questo il Requiem diretto da Barenboim si configura come una specie di sfida a distanza fra due direttori-amici. Ma il gruppo di solisti che affianca Barenboim ci sembra più bilanciato di quello di Pappano. Ciò che invece non ha dell’eccezionale è proprio il repertorio prescelto per la trasferta romana, la grande Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, eccezionale in sé beninteso.

Perché il grande affresco verdiano è come il tradizionale biglietto da visita di un grande teatro in trasferta, quando per ragioni pratiche, economiche o logistiche, deve evitare il repertorio operistico. (Info: 06.8082058)

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