Gian Marco ChiocciMassimo Malpica
Fra il senatore del Pd Alberto Maritati e il pm Pino Scelsi chi mente? Il sostituto procuratore dellinchiesta Tarantini-DAddario, lex pm Scelsi, racconta a verbale che nel corso delle indagini sulle escort Maritati andò da lui a chiedere informazioni sul fascicolo top secret. Lesponente del Pd invece giura che non è vero e, al contrario, invita a chiedersi perché Scelsi dice il falso sul suo conto.
A che gioco stanno giocando i due vecchi amici e colleghi, gli stessi che a metà degli anni 90 indagarono insieme sul finanziamento illecito a Massimo DAlema da parte del re delle cliniche Cavallari, inchiesta conclusa con lammissione del finanziamento da parte di Baffino e richiesta di archiviazione avanzata proprio dallattuale senatore? E se Maritati dice che Scelsi mente, il senatore come spiega la sua intercettazione con Roberto De Santis, cui fa riferimento Scelsi nellinterrogatorio coi pm di Lecce, nella quale Maritati avrebbe ricevuto lincarico per acquisire notizie in procura per conto del dalemiano di ferro De Santis («di quella telefonata ne parlai sia al procuratore Laudati sia al procuratore Marzano, e certamente lepisodio fu oggetto di commento con i finanzieri che seguivano lintercettazione di De Santis»)? E ancora. Nella «conversazione tra amici che si trasforma nello sfogo di un imprenditore», pubblicata ieri da La Stampa, De Santis riferisce al giornalista Guido Ruotolo che quando esplode il caso malasanità-escort a Bari sente «un groppone sullo stomaco». Evidentemente è preoccupato, De Santis. La sua amicizia con Tarantini è di vecchia data. Gli incontri e le telefonate si sprecano negli anni, giocoforza sono tutte intercettate. Cosa fare allora? «Ne parlo con un mio amico, Alberto Maritati, ex magistrato, avvocato, parlamentare del Pd. Mi richiama, ma solo per dirmi che a suo avviso potevo stare tranquillo. Ma io tranquillo non stavo. Temevo che Tarantini si fosse messo nei guai». Tarantini, certo. Domanda: Maritati su che basi dice a De Santis di stare tranquillo? Perché ha saputo qualcosa? Se sì, da chi, visto che Scelsi sostiene di averlo mandato via a secco di informazioni? E quello «stare tranquillo» ha niente a che vedere con ciò che riferisce Tarantini a verbale il 6 novembre 2009 circa limprovvisa scomparsa dellamico De Santis a cui lo stesso Gianpi, a maggio di quellanno, aveva chiesto «durante una cena al ristorante la Pignata di informarsi per capire che tipo di indagine si stava svolgendo sul mio conto (...)»? Gianpi si era rivolto a De Santis, spiega ancora limprenditore barese, «per via delle sue conoscenze (di De Santis, ndr) con persone di sinistra che avrebbero potuto farlo». Tra queste persone cè Maritati? Raggiunto dal Giornale il senatore Pd nega seccato: «No, guardi, non faccio nessuna dichiarazione. Ho già detto che non ho mai chiesto notizie a nessuno, compreso Scelsi». Maritati sbugiarda lex collega e nega di averne mai parlato coi pm di Bari che indagano sulla fuga di notizie e che - stranamente - sul punto non si sono evidentemente granché eccitati. Ma cè di più.
In unintervista alla tv salentina Telerama del 5 febbraio 2010, a proposito del presunto complotto anti Cav che avrebbe visto lo stesso Maritati, con Scelsi e altri, fotografato ai tavolini di un bar barese, raccontava: «Ho incontrato Scelsi in un bar al centro di Bari. È un collega e un amico, lo conosco da tantissimi anni. Se avessi voluto complottare con lui sarei andato a trovarlo a casa (...). Anche con lavvocato Vigilante mi conosco da una vita, certo da molto prima che diventasse il legale della escort barese Patrizia DAddario. Lultima volta era in compagnia della caporedattrice del Corriere (che pubblicò lintervista a Patty e disvelò linchiesta top secret su escort e Tarantini, ndr) ma pensare a un complotto è demenziale». Così comè demenziale, a detta del senatore, qualsiasi retropensiero sulle sue capacità di ottenere notizie riservate in un ufficio dove ha lavorato tantissimi anni. «Sulla mia persona tanto fango, tante maldicenze.
Bari Linchiesta su Tarantini e le escort
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