Letteratura

Da Baricco a Soyinka al Nobel bielorusso. Lagioia racconta il suo ultimo Salone

Si archiviano le "turbolenze", si punta alla transizione morbida verso Benini

Da Baricco a Soyinka al Nobel bielorusso. Lagioia racconta il suo ultimo Salone

Ieri dopo la sorpresa - e capire chi fosse veramente sorpreso e chi no è uno dei giochini del mondo culturale al momento - della nomina di Annalena Benini a direttrice editoriale del Salone del libro di Torino del 2024, è arrivato il meno sorprendente programma dell'ultimo Salone che sarà condotto da Nicola Lagioia, quello 2023. Il tema di questa XXXV edizione (dal 18 al 22 maggio) era noto: «Attraverso lo specchio». Ieri si è capito meglio come verrà declinato. Dalla Casa Teatro Ragazzi del capoluogo piemontese è stato annunciato che l'evento inaugurale sarà con Svetlana Aleksievic, scrittrice bielorussa nata in Ucraina, insignita del Premio Nobel per la letteratura nel 2015. Un punto di partenza più che immaginabile data la situazione geopolitica. Poi sono stati presentati l'intervento dedicato alle scuole, con il giudice emerito della Corte costituzionale Sabino Cassese, e il Paese e la regione ospiti, Albania e Sardegna. Poi, visto che uno dei nodi su cui si è insistito a lungo in questi mesi travagliati dalla scelta del sostituto di Lagioia è stato quello di ritrovare una dimensione globale del Salone, si è fatto il punto sulle grandi firme internazionali reclutate. E i nomi ci sono; da Fernando Aramburu a Peter Cameron, da Javier Cercas a Andrew Sean Greer, fino al Premio Nobel nigeriano Wole Soyinka. Sono attesi anche tutti i finalisti del Premio Strega europeo: Emmanuel Carrère, Esther Kinsky, Andrej Kurkov, Johanne Lykke Holm, Burhan Sönmez.

Poi ovviamente si è parlato del contorno, che alla fine in un Salone che non è mai stato Francoforte, dove si fanno i contratti editoriali che contano, conta parecchio per far pubblico. E quindi musica maestro: torna il concerto inaugurale di mercoledì 17 maggio, in diretta dall'Auditorium Rai Arturo Toscanini di Torino. Sarà intitolato Arrampicarsi sugli specchi - Musica e Parole per Alice, titolo che si spera non abbia alcun riferimento al duro percorso per trovare un nuovo direttore, testé concluso. Un evento di Rai Radio 3, con Stefano Bollani e con la partecipazione di Alessandro Baricco e Valentina Cenni. Non mancano neanche la Sala della Montagna per la narrazione ad alta quota, il salottino social, la partnership con Tik Tok e il Bosco degli scrittori. Certo, anche in questo caso, più che verso gli scrittori imboscati occhi ed orecchie dei cronisti erano orientati a capire come si è usciti dalla Selva oscura dei direttori mancati. Lagioia di suo ha tagliato corto: «È diventato una delle fiere più importanti al mondo. Se il Salone a volte è oggetto di polemiche, è solo per un motivo, perché è un'istituzione viva e solida». E le polemiche come il rifiuto di Paolo Giordano sono state liquidate come «un po' di turbolenze». Circolava comunque sottotraccia, e va registrata, l'impressione tra chi conosce i meccanismi che si muovono attorno al Lingotto che nell'epifania salvifica che ha portato all'arrivo di Annalena Benini ci sia stata una componente tagliata fuori: il Circolo dei lettori e il suo presidente Giulio Biino. Per carità, Biino si è affrettato a dire che «la scelta di Annalena Benini è stata una scelta fortemente condivisa. È un grande traguardo raggiunto dalle istituzioni». Ma il «comitato per la nomina», di cui Biino era a capo e che aveva gestito le 53 candidature iniziali, è andato a schiantarsi sull'affaire Giordano e la soluzione, Benini, è arrivata come una dea ex machina al di fuori di quelle candidature. E questo sicuramente qualcosa vuol dire.

Ma è palese che tutti ormai cercano, giustamente, di proiettarsi al futuro sperando che quest'edizione funzioni e faccia da palestra a Benini (che saggiamente non ha partecipato alla conferenza stampa). Come ha spiegato Lagioia: «La conosco da tanto e la considero un'ottima scelta. Ci siamo già incontrati. La macchina del Salone è complessa, abbiamo cominciato a parlarne».

Un passaggio di consegne quasi per osmosi, parrebbe.

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