La basilica come discoteca E la movida selvaggia urla: «Pisapia uguale anarchia»

«Con Pisapia è anarchia...». La rima è facile. Così come aggirare le nuove norme introdotte in via sperimentale dal Comune per cercare di dare un argine alla movida selvaggia. A poco sono servite le disposizione varate dalla giunta solo venerdì per evitare che il sagrato della basilica di san Lorenzo maggiore sabato notte fosse trasformato in una discoteca clandestina. Con tanto di rave party lanciato su internet e raccolto da un migliaio di giovani. Che hanno ballato fino all’alba al ritmo della musica house diffusa da un impianto professionale con tanto di consolle, casse acustiche e dj. Per la disperazione dei residenti che si sono attaccati al telefono per chiedere aiuto a polizia, «ghisa» e carabinieri. Che, arrivati sul posto, di fronte a centinaia di persone assiepate in uno spazio così angusto, hanno valutato troppo pericoloso tentare uno sgombero con la forza. Il divieto di utilizzare lattine, bicchieri e bottiglie di vetro? Aggirato da un nugolo di venditori abusivi pronto a rifornire di birra, vino e alcolici il popolo della notte.

«La dimostrazione - attacca Alfredo Zini, vicepresidente vicario di Epam - che sono proprio le norme che riducono l’attività dei locali, considerati responsabili di ogni problema ad alimentare questi circuiti alternativi non controllabili». Con l’ex vicesindaco Riccardo De Corato che definisce «una bufala il piano movida del Comune». E torna a proporre «una cancellata di vetro a scomparsa per proteggere le Colonne».

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