Basilicata Dubbi anche sul cargo «tossico» nel mare di Maratea

Ed ora spuntano dubbi anche sul relitto «tossico» al largo di Maratea. Esite un vero rischio o, anche qui, potrebbe trattarsi di una bufala? «Subito dopo i controlli a Cetrara (Cosenza), la nave Oceano si sposti anche in Basilicata per scandagliare i fondali a largo di Maratea (Potenza)». È l’invito che l’assessore all’ambiente della regione Basilicata e vicepresidente della giunta, Vincenzo Santochirico, ha fatto al ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo.
«Occorre accertare la presenza di eventuali relitti navali contenenti rifiuti pericolosi - ha scritto Santochirico al ministro - per avere elementi di chiarezza circa lo stato dell’ambiente e le possibili conseguenze sulla salute dei cittadini e sull’economia dei territori interessati». Santochirico ha quindi invitato il ministro a «dare seguito alla richiesta avanzata lo scorso 16 ottobre dal procuratore della Repubblica di Lagonegro (Potenza), autorizzando l’invio della nave che si trova a poche miglia da Maratea, appena concluse le attività in corso a Cetraro». «Il vicepresidente della giunta - si legge in una nota dell’ufficio stampa - ha anche evidenziato che la Regione ha accolto positivamente la proposta di istituire un gruppo di osservatori indipendenti per seguire le operazioni di individuazione e monitoraggio del relitto».
«La notizia che la nave affondata al largo della costa di Cetraro non sia la Cusky non può rappresentare in nessun modo un motivo di allentamento delle indagini e di abbassamento della guardia». Lo sottolinea in una nota Legambiente auspicando «che vadano rapidamente compiute tutte le ricerche per conoscere quante e quali navi cariche di scorie siano state affondate nel Mediterraneo, a cominciare dalla Rigel, colata a picco in circostanze misteriose il 21 settembre 1987 a venti miglia da Capo Spartivento, e proseguendo col relitto avvistato recentemente dall’Oceano Mare, la nave dell’Ispra incaricata delle ricerche dal ministero dell’Ambiente di fronte a Maratea».


«Non riusciamo a comprendere - ha detto Sebastiano Venneri, vicepresidente di Legambiente, responsabile dell’Osservatorio Ambiente e Legalità dell’associazione - come la notizia che la nave raggiunta dall’Astrea non sia la Cusky debba tranquillizzare i cittadini».

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