Basta contadini, il capo dei capi ora è un architetto

PalermoLa mafia del dopo Lo Piccolo veste gli abiti in doppiopetto dei professionisti stimati e rispettati della Palermo che conta. E si insinua nei cosiddetti salotti buoni. L’ultimo padrino, secondo la procura distrettuale antimafia, in grado di riorganizzare il business dell’illegalità, le estorsioni a tappeto e il traffico della droga, è un uomo di 60 anni, da 32 iscritto all'albo degli architetti, un professionista con uno studio ben avviato e una spiccata passione per la politica. Si chiama Giuseppe Liga. Per otto anni, dal 1989 al 1997, è stato segretario nazionale del Movimento cristiano lavoratori e sino allo scorso 11 marzo, in Sicilia, era il reggente regionale. Sino a quando l'esecutivo nazionale del Movimento lo ha sospeso da tutti gli incarichi.
Ieri mattina i finanzieri del nucleo di polizia valutaria hanno arrestato Liga per associazione mafiosa, estorsione e fittizia intestazione di beni. Con lui sono finiti in cella il suo braccio destro Giovanni Angelo Mannino, per associazione mafiosa, Agostino Carollo e Amedeo Sorvillo, che sarebbero i titolari della società Euteco, di fatto riconducibile al presunto boss.
Liga un professionista prestato alla politica, capace anche di ricevere commesse pubbliche per lavori milionari in numerosi cantieri per la realizzazione di complessi residenziali. Meno di una settimana fa il mensile palermitano S lo aveva intervistato in esclusiva e lui non aveva fatto mistero dei «solidi» rapporti con numerosi esponenti politici e rappresentanti istituzionali: dal presidente della Regione Raffaele Lombardo a Sergio Mattarella, fino all’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Il suo arresto ha anche squarciato il velo sulle sue frequentazioni, finite tra le intercettazioni della guardia di finanza. Il 2 giugno 2009, durante la campagna elettorale per le Europee, al telefono dell'architetto arriva una telefonata fatta dalla segreteria del presidente della Regione Raffaele Lombardo. Erano le 11.25. Solo pochi istanti. Alle 14.50, Liga viene fotografato dai finanzieri mentre varca il portone di palazzo d'Orleans, sede della presidenza della Regione. Lì dentro si trattenne fino alle 15.25. Top secret il contenuto della conversazione, anche se l'argomento è scontato: le elezioni europee. Lombardo appresa la notizia ha fatto sapere che la Regione si costituirà parte civile nel processo contro Liga per tutelare l'ente. Riguardo ai suoi contatti con il Movimento cristiano lavoratori, Lombardo ha spiegato: «Un medico mio amico, 11 anni fa, mi presentò il presidente nazionale del Movimento, senatore Carlo Costalli. E da quel momento ho intrattenuto con i rappresentanti nazionali, regionali e locali di Mcl un rapporto di collaborazione istituzionale, tanto che ho partecipato a numerose riunioni e iniziative pubbliche del movimento, a Catania, Palermo, Roma e Bruxelles».
Dell'architetto Liga aveva parlato il pentito Maurizio Spataro il «cassiere» della cosca di Resuttana. E il collaboratore di giustizia, senza esitazione, indica nell'architetto Liga l'uomo che comanda a San Lorenzo. I collaboratori più recenti lo indicano come il successore dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo alla guida del mandamento mafioso di Tommaso Natale-San Lorenzo. Le intercettazioni hanno confermato le rivelazioni dei pentiti. Per i magistrati Liga sarebbe stato il collettore delle estorsioni, gestendo e incassando il denaro ricavato dal pizzo che continua a essere la principale entrate delle cosche. Il suo nome era stato scritto su un pizzino, il numero 013, nel covo del boss Lo Piccolo. Tra gli appunti anche la frase: «Architetto Liga 10.000».
«L'arresto di Liga - ha commentato il premier Silvio Berlusconi - rappresenta l'ennesimo successo nella lotta contro la criminalità organizzata che è stata intrapresa dal governo, dalle forze di polizia e dalla magistratura».

«Le recenti norme varate da questo governo - ha spiegato Berlusconi in una nota - porteranno alla sconfitta definitiva della mafia nel nostro Paese». Per il ministro dell'Interno Roberto Maroni è stato «inferto un altro durissimo colpo a Cosa nostra».

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