(...) Insomma, limpressione netta che può fare Vinai, non conoscendolo, è che sia un po un giovane vecchio, cioè giovane anagraficamente, ma legato a un mondo che non cè più e che evolve quotidianamente, giorno dopo giorno. E, ovviamente, non è che guardando la politica con la testa rivolta allindietro, si ottenga molto. Si può fare riferimento a Colombo (Cristoforo), ma se poi si finisce a Colombo (Emilio, o Vittorino), non è che si va lontanissimo. Si può parlare di De Gasperi, ma se poi lorizzonte è Cirino Pomicino, si finisce lì di discutere.
Invece, il bello è che non è così. Vinai sta facendo una campagna elettorale sorprendente proprio per la sua capacità di parlare a mondi diversi, con le parole adatte ad ogni situazione. Professionale e professorale con i mondi alti, ostinatamente scajoliano con gli ostinati scajoliani, giovanile con i writers di Liguria Moderata, fedele con il cardinale (ma questo lo è pure quando non è in campagna elettorale), populista con le signore del Mercato Orientale insieme a Renata Polverini e la sua «Città Nuove»: «Ma lo sa che lho vista in televisione, signora?». «Aho, e te sso piaciuta?».
Addirittura Vinai, incontrando il mondo dello sport ieri, (mondo che, a dire il vero, ha sempre frequentato, promuovendo la Festa dello Sport come vicepresidente della Fondazione Carige), è stato sportivo. Il fisico non è propriamente quello di Boateng. Però, leggendo i comunicati stampa, non ci si sarebbe sorpresi se Pier, alla fine dellincontro con i vertici del Coni, si fosse presentato in braghini corti, palleggiando come Messi.
Attenzione, Messi, non Musso. Perchè qui veniamo alle note dolenti: Vinai si gioca il ballottaggio con Enrico Musso (mentre la pur ottima candidatura di Edoardo Rixi, rischia di essere penalizzata dalle vicende leghiste dellultima settimana), ma se lo gioca perchè cè ancora una larga fetta di simpatizzanti del centrodestra che pensa che Musso sia il candidato sindaco del Pdl. Come se la situazione fosse cristallizzata a cinque anni fa.
Moltissimi cittadini, soprattutto quelli che non mangiano pane e politica, non sanno nulla di cambi di gruppo e terzi poli, ma si ricordano di Enrico come dellanti-Vincenzi. E, legittimamente, lì rimangono. Musso, altrettanto legittimamente, non fa nulla per dissuaderli, e capitalizza la situazione. Ribadisco: non sarà bellissimo, ma Musso fa solo e unicamente il suo lavoro. Se lalbero è pieno di ciliegie, prima o poi cadono. E Enrico ha il cestello dei voti-ciliegie pronto sotto il tronco.
Il problema è di Vinai e, soprattutto, del Pdl. Che deve dire in ogni modo e far capire ovunque che Pierluigi è il suo candidato. Non voglio pensare in alcun modo che qualcuno pensi a voti disgiunti o che qualcuno non sia troppo impegnato. Ma, certo, devo dire che qualche pidiellino un po seduto lo si vede in giro. Mentre altri, anche fra quelli che inizialmente non erano convintissimi della candidatura di Vinai, ad esempio Gigi Grillo, stanno lavorando pancia a terra per il bene del partito e del suo candidato sindaco.
Se questequazione centrodestra uguale Vinai (e non Musso) passerà nellimmaginario collettivo, sarà Vinai e non Musso ad andare al probabilissimo ballottaggio. E a quel punto cè loccasione della vita, perchè si apre tutta unaltra partita: anche se Doria avesse preso il 49 per cento al primo turno e il secondo classificato il 15 o il 16, si riparte da zero. Addirittura, con un diverso corpo elettorale, visto che non è detto che chi ha votato la prima volta, vada alle urne anche per il ballottaggio. E viceversa. Insomma, proprio unaltra storia, con possibili sbocchi positivi o positivissimi.
Ecco, proprio in questo quadro, la capacità camaleontica di Vinai negli incontri è ottima e abbondante. E lo accomuna in qualche modo al Claudio Burlando elettorale.
Attenzione, ho detto «elettorale», non «politico». Ed è il complimento più bello che potrei fare a Vinai. Perchè Burlando, in campagna elettorale (e non solo), ha la straordinaria capacità di parlare in dialetto alla bocciofila e di parlare con gli istogrammi di borsa agli imprenditori, di ricordare il papà camallo con i camalli e di misurare la vita in teu con gli armatori. Riuscendo così a coinvolgere tutti. E, soprattutto, girando la Regione come una trottola, andando anche nei Comuni più sperduti. Prima (e ci sta), ma anche dopo la campagna elettorale.
Ecco, Vinai sta facendo così ed è una buona cosa.
Così come è una buona cosa un aspetto umano della campagna elettorale del candidato di Pdl, Liguria Moderata, Città Nuove e Dc e Monarchici. Mi riferisco a due posizioni, messe anche per iscritto da Vinai. La prima, dopo le inchieste sulla Lega, rivolta a Rixi, suo competitor nella corsa a Tursi: «Caro Edoardo, ti esprimo solidarietà, aldilà delle vicende della Lega e del fatto che sei mio avversario, so che sei una persona perbene».
Uno che ragiona così, potrebbe essere un buon sindaco.
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