Alessio Gaggioli
da Pisa
Il feretro avvolto dal tricolore e il fonte battesimale. Lì a due passi uno dallaltro. In mezzo, due madri che stringono tra le braccia le loro creature. Una, non riesce a stare in piedi: è troppo provata. La sorregge una giovane donna in divisa che non le lascia la mano. Ogni tanto si guardano negli occhi umidi, poi guardano il piccolo Niccolò e per una frazione di secondo i lineamenti di quel volto provato quasi si distendono. Ma lo sguardo di Giovanna si tuffa di nuovo verso il feretro e diventa inconsolabile. Fino al momento del Battesimo. La vedova del maggiore dei paracadutisti Nicola Ciardelli, morto nellattentato di Nassirya del 27 aprile scorso, allora si alza. Tiene in braccio Niccolò che ha appena tre mesi. Accanto a lei la sorella di Nicola, Francesca e il cuginetto Matteo. Larcivescovo di Pisa Alessandro Plotti versa lacqua santa sulla testa dei due bambini. Poi, comincia il rito funebre. Perché morte e vita sempre si confrontano, ma almeno ieri mattina, nella chiesa di San Nicola a Pisa, ha vinto la vita. Ha vinto quella piccola veste bianca davanti al tricolore che avvolge la bara del parà Nicola Ciardelli. La veste bianca del piccolo Niccolò, non ancora tre mesi. Vita e morte, dolore e speranza. Lacrime, emozioni, compostezza nella piccola chiesa. Tanto bianco, il colore della vita: la bara è coperta e circondata da rose, anturium, orchidee. Cè un rametto dolivo, simbolo di pace: la missione per cui è morto Ciardelli. «Questo generoso soldato - dice monsignor Plotti durante lomelia - è morto per la pacificazione di un popolo».
È un momento di grande partecipazione. E unaltra emozione la regala larcivescovo quando pone al collo di Niccolò la medaglia doro dono dellesercito. Anche il Papa è virtualmente accanto ai familiari del maggiore, con la benedizione inviata ai bambini. Le letture richiamano al primato della vita sulla morte, sia quelle della cerimonia del battesimo, che quelle del funerale. Le hanno scelte i familiari. «Oggi ha vinto la vita: Matteo e Niccolò hanno battuto la morte, lodio, il terrorismo. Speriamo - dice Plotti - che il sacrificio di Nicola serva alla pace, al benessere, alla civiltà, alluguaglianza tra popoli». La cerimonia è accompagnata dal Coro dei piccoli cantori di San Nicola: un posto è rimasto vuoto. «È quello che era di Nicola», spiega dallaltare Marco Masoni, un amico che da bambino cantava col compagno diventato parà. La vedova tiene in braccio Niccolò e non toglie mai gli occhi dalla bara del marito. Ha vicino le psicologhe dellesercito, la famiglia. Rimane con gli occhi fissi anche quando larcivescovo nellomelia parla di «sete di dominio e di potere» che genera conflittualità che porta «allo scontro tra popoli ricchi e gente costretta a subire larroganza di chi ha troppo e che, contrabbandando valori umanitari e libertari, tende a perpetuare situazioni peccaminose di squilibrio economico e sociale, al fine di consolidare il proprio benessere e i propri traffici». È il momento dei ricordi, parlano il sindaco Paolo Fontanelli, il compagno commilitone, lamica di famiglia.
Un migliaio di persone si è radunato in chiesa, in strada, nella vicina piazza dove è stato montato un maxischermo. Arrivano le note del silenzio, il feretro esce dalla chiesa accompagnato da un lungo applauso.
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