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Battisti, due politici francesi l'hanno aiutato nella fuga in Brasile

Per l'ex leader dei Pac si allungano i tempi dell'estradizione dal Brasile, dove è stato arrestato domenica sulla spiaggia di Copacabana. E un'inchiesta transalpina fa tremare il mondo politico prima delle presidenziali

Battisti, due politici francesi 
l'hanno aiutato nella fuga in Brasile

Rio de Janeiro - Mentre si allungano i tempi per l'estradizione dalla Francia arrivano clamorose rivelazioni sulla fugia di Cesare Battisti in Brasile. Sarebbero coinvolti due politici transalpini. In tutto una decina di persone, tra i due politici, sono sospettati di aver aiutato e coperto a vario livello la latitanza dell'ex terrorista dei Pac. Secondo quanto hanno riferito fonti investigative al quotidiano francese Le Figaro, le due personalità politiche - di cui non è stato precisato il nome - saranno indagate per favoreggiamento. A Parigi è sempre più netta la sensazione che l'arresto dell'ex terrorista italiano, che in Francia si è rifatto una vita come affermato e celebrato scrittore di romanzi noir, stia per innescare una bufera politica di vaste dimensioni, proprio alla vigilia della chiamata alle urne per le presidenziali, fissate al prossimo 22 aprile. Secondo gli inquirenti una decina di sospettati avrebbero offerto il loro "sostegno diretto" a Battisti, fornendogli danaro e documenti. E la loro posizione è aggravata dal fatto di aver mantenuto costanti e regolari contatti con il latitante, tacendo quindi alla giustizia francese informazioni decisive per la sua cattura.

Proprio due passaporti francesi contraffatti, trovati nel suo residence di Rio de Janeiro, potrebbero salvare dall'estradizione in Italia l'ex capo dei Proletari Armati per il Comunismo (Pac), Cesare Battisti, arrestato domenica sulla spiaggia di Copacabana. Nella perquisizione, condotta ieri sera in un residence della zona residenziale di Copacabana, la polizia federale brasiliana ha trovato su due passaporti intestati a cittadini francesi con sopra la foto di Battisti timbri di entrata e uscita dal Brasile apposti polizia di frontiera, dei quaderni con annotazioni e un lap-top. «"a polizia aprirà ora un procedimento penale per uso di documento falso - ha detto una fonte diplomatica che non ha voluto essere citata -. È un crimine federale, la cui pena in Brasile è fino a sei anni di reclusione".

Questa novità può estendere a dismisura la procedura dell'estradizione che in genere è di sei mesi. "Ma nel caso di Battisti - scrive oggi O Estado de S.Paulo - può trascinarsi per due anni, per effetto dei risvolti politici che coinvolgono il personaggio". Il sostituto procuratore di Milano, Nunzia Gatto, ha chiesto ieri alle autorità brasiliane l'estradizione definitiva di Battisti, che ha 52 anni e deve scontare in Italia una condanna all'ergastolo per quattro omicidi commessi alla fine degli anni '70. Gli avvocati francesi di Battisti hanno anticipato ieri al loro arrivo in Brasile la loro linea di difesa. Battisti è stato condannato in contumacia in Italia: in Brasile questo tipo di crimine non può essere giudicato senza la presenza dell'accusato.

La difesa non esclude poi la possibilità di chiedere asilo politico in Brasile. La richiesta avvia un processo amministrativo presso il ministero della Giustizia di Brasilia. È tradizione del Supremo Tribunale Federale brasiliano sospendere il processo di estradizione per permettere alla richiesta di asilo di essere presa in esame. Per il capo dell'Interpol brasiliana, Alberto Lasserre, quello di Battisti "è un caso speciale perchè lui è considerato terrorista, la qual cosa ha altre implicazioni, oltre all'analisi processuale". Non c'è quindi un termine prestabilito perché la richiesta di estradizione sia giudicata. La faccenda può, comunque, andare per le lunghe.

La costituzione brasiliana proibisce l'estradizione di uno straniero per crimini politici o d'opinione.

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