«Batto l’Inter per andare ai mondiali»

«Siamo la miglior squadra al mondo nel generare occasioni da gol e tanto basta ad alimentare fiducia». Pedro Rodigruez Ledesma, alias Pedrito, il bomber tascabile originario delle Canarie, non solo crede nella rimonta con l'Inter, ma ritiene che l’1-3 di San Siro sia stato troppo severo. «Negli ultimi venti minuti abbiamo preso d’assalto la porta nerazzurra. Ci è mancato solo un pizzico di fortuna».
La fortuna aiuta gli audaci, ma al Meazza il Barcellona è apparso la sbiadita copia di quella squadra che sbriciola gli avversari.
«Non siamo stati straripanti, d’accordo, ma non possiamo certo dimenticare il valore dei nostri avversari. Al Camp Nou la musica sarà diversa».
Assisteremo ad un Barcellona che partirà all’assalto?
«La fretta potrebbe danneggiarci. È una partita da giocare con intelligenza. Serve mantenere concentrazione e serenità. Le occasioni da gol non mancheranno, ma non possiamo riversarci in massa nell’area dell’Inter: loro hanno gente rapida come Eto’o e Milito ai quali non bisogna concedere troppi spazi».
In Catalogna sostengono che sarà la sua partita. Forse perché in tribuna ci sarà il ct della nazionale Del Bosque?
«Prima di tutto c’è il Barcellona, poi, ovviamente, il mio pensiero sarà anche rivolto alla nazionale. Da tempo il mio nome viene accostato alle Furie Rosse e di questo ne vado orgoglioso. Sarebbe splendido andare in Sudafrica e provare a soffiare la maglia a gente come Villa o Fernando Torres, o comunque far parte di quel gruppo».
Insomma, vuole convincere Del Bosque come è accaduto in passato con Guardiola?
«Pep è una persona straordinaria. Già nella scorsa stagione mi aveva regalato spazi importanti nonostante la presenza di gente d’esperienza come Hleb e Gudjohnsen».
Poi lei ci ha messo del suo con quel gol allo Shakhtar in Supercoppa a Montecarlo.
«Tutti sostengono che sia stato il momento più importante della mia carriera. Del resto ero entrato al posto di Ibrahimovic realizzando la rete decisiva. In realtà la gara che ricordo con maggior piacere è la finale di Champions contro lo United. Guardiola voleva premiare l’impegno dei giovani della Masia e ha scelto me come rappresentante della cantera regalandomi due minuti di notorietà».
Quindi lei la Champions l’ha già sollevata al cielo. Ora potrebbe toccare all’Inter, se non altro per una questione di par condicio...
«L’ho sollevata, ma non mi apparteneva perché non avevo offerto un contributo determinante alla squadra. Ora è diverso. Mi sento davvero parte integrante di questo gruppo e farò l’impossibile per arrivare con i miei compagni a Madrid».
Parlava della Masia, il celebre settore giovanile azulgrana. Neppure un anno per farsi apprezzare che già si sentono i primi spifferi di concorrenza interna...
«Se si riferisce a Jeffren Suarez non vedo alcun problema. Gli impegni del Barça sono molteplici e c’è spazio per tutti. Sabato è andato a segno con lo Xerez, ma aveva già timbrato con l’Athletic Bilbao dimostrando che questo laboratorio continua a produrre giovani di valore mondiale. Magari Guardiola regalerà qualche minuto anche a lui contro l’Inter».
Per tentare il tutto per tutto?
«Macché, forse come passerella finale.

Un po’ come è accaduto a me lo scorso anno, a risultato acquisito».
A San Siro Messi è apparso in ombra, è incappato in una giornata storta?
«La gabbia costruita dall'Inter ha funzionato bene, ma l'odore dell’erba del Camp Nou lo ravviverà».

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