Non si ferma l’ondata di messaggi di solidarietà al direttore editoriale del Giornale, Vittorio Feltri, costretto al silenzio fino al 3 marzo. La sentenza decisa dall’Ordine dei giornalisti per il caso Boffo ha di fatto imposto uno stop ad una delle penne più libere e scomode del giornalismo, ma priva allo stesso tempo anche i lettori della possibilità di leggere gli editoriali di Feltri. Chi ci scrive quotidianamente, oltre al sostegno e alla vicinanza, esprime rabbia e indignazione per una condanna dal sapore politico, degna di un Paese oscurantista e dominato da una «dittatura mediatica che vuole rappresentare la realtà in modo falso e partigiano». Agli occhi degli amici del Giornale, il bavaglio imposto a Feltri altro non è se non la testimonianza della perdita della libertà della stampa non di sinistra. Le ragioni di una censura allora hanno poco a che vedere con questioni deontologiche, ma sono di natura politica. L’ostilità nei confronti del direttore editoriale non è dovuto né al caso Boffo, né allo scoop sulla casa di Montecarlo, dicono alcuni, piuttosto al fatto che Feltri rappresenta «il diverso dalla massa e la sua penna è temuta e non vista bene dalla sinistra».
Carissimo Direttore, la seguo fin dall’ Indipendente così come leggo il nostro Giornale sin dal primo numero. Solidarietà da parte di tutta la mia famiglia e mi creda da tantissimi amici pronti a firmare contro l’inutile e obsoleto Ordine dei giornalisti che evidenzia la becera condanna per la verità sulla casa di Montecarlo, altro che caso Boffo.
Ercole Rossi
Cislago (Varese)
Carissimo Direttore, il Consiglio direttivo e i soci del circolo culturale «Luciana Moroni» di Bergamo, desiderano esprimerle la loro solidarietà totale ed incondizionata per l’ignobile sentenza dell’Ordine dei giornalisti. Nel Paese dove si scende in piazza e si sciopera per la libertà di stampa, i più vorrebbero portare all’ammasso i nostri cervelli. Per questi motivi le chiediamo di non mollare e di resistere. I soci del circolo culturale «Luciana Moroni» di Bergamo, confermano la loro solidarietà e le riconoscono l’impegno, la coerenza e il coraggio dimostrato, in tanti anni nel promuovere un modello di giornalismo.
Vincenzo Angelini
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Caro Direttore Feltri, credo che tanta ostilità nei suoi confronti abbia un solo movente. Non è dovuta al caso Boffo e nemmeno alla storia della triade Elisabetta-Giancarlo-Gianfranco, ma al fatto di rappresentare il diverso, diverso dalla massa. La sua penna è temuta e vista non tanto bene, da parte della sinistra. La valanga di lettere di solidarietà che ha ricevuto e riceve ancora, ha fatto capire all’altra sponda quanto lei rappresenta per noi lettori del Giornale. Non credo ci sia nel nostro Paese un direttore tanto stimato, tanto ammirato quanto lo è lei ecco perché, per la sinistra è una persona scomoda.
Luigino Battois
Venezia
Egregio Direttore, la seguo dalla prima edizione di Libero e la seguirò sempre! Poca cosa testimoniare il mio appoggio per l’ingiusta sospensione. Altro non si può fare in questo momento oscuro della comunicazione di massa. Tutta la mia solidarietà e i miei più cari auguri.
Adriana G. Hollett
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Esprimiamo la nostra solidarietà al direttore Vittorio Feltri. Direttore non lasciarti intimidire da filostalinisti che agiscono contro il progresso, la libertà e la democrazia!
Alessandro e Mariella Gualtieri
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Caro Direttore Feltri, il bavaglio messo a lei dal fazioso Ordine dei giornalisti testimonia purtroppo la vera perdita della libertà di stampa in Italia, la libertà di stampa che non è di sinistra: altro che parlare dell’indifendibile Santoro! Tenga duro e soprattutto continui a scrivere la verità!
Graziella Bonaccio
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Caro Feltri, ti giunga tutta la nostra solidarietà. È una cosa vergognosa, frutto marcio dell’odio e dell’invidia. Ma toccherà a loro mangiarlo. Propongo la tua foto quotidiana in prima pagina ogni giorno, fino alla scadenza, così se non potrai parlarci con la penna, ci parlerai con gli occhi, e ci ricorderai a noi, ma più che altro a loro, cosa hanno fatto. Coraggio, il tempo passa in fretta.
Carla Monzani
Bergamo
Caro Direttore, siamo profondamente indignati per la iniqua censura di cui è stato oggetto. Gli ordini, come tutte le organizzazioni censorie, sono uno strumento di repressione al servizio delle oligarchie imperanti perché indirizzano i loro strali solo contro gli spiriti liberi che non vogliono soggiacere al pensiero unico. Ricordano certe iniziative giudiziarie che, stranamente, colpiscono solo da una parte. La invito ad andare avanti nel suo lavoro, incurante di lor signori e, la prego, mandi un suo inviato a Perugia, per illustrare all’Italia cosa il potere rosso dei «puri ed onesti» ha fatto nella sanità.
Antonio Vizzani
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Caro Vittorio, non commento! Sono al tuo fianco con tutta la mia stima.
Camillo Olivetti, presidente del Centro Mario Pannunzio
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Anch’io desidero unirmi alla grande famiglia del Giornale per esprimerle il mio sostegno per la sua battaglie. Sarò, inoltre, tra i primi lettori ad acquistare il suo libro. Coraggio perché, come vede, non è solo.
Giovanni Capocci
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Non potrebbe il Direttore Feltri dare le dimissioni dall’attuale Ordine dei giornalisti e fondare un altro Ordine? La sentenza è ignobile e testimonia di una situazione terrificante in questi momenti in Italia. È terribile che la democrazia, come forma di governo sia scivolata sempre più in basso e non solo da noi in Italia.
Ornella Brizzi
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Hanno tolto la penna a Feltri. La penna, ma non la lingua.
E allora, con tutti i nostri splendidi giornalisti intervistatori, non possiamo intervistarlo tutti i giorni, per tre mesi?
Laura Freyria
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Caro Feltri, sono un suo vecchio lettore e sono talmente indignato per il bavaglio che le hanno imposto che quasi non riesco ad esprimermi. Oltretutto la cosa che mi fa ancora più rabbia è la sensazione di non poter fare nulla e di assistere rassegnati alle prepotenze di quella che in fondo è una minoranza.
Gianni Locatelli
Roma
Egregio Direttore, voglio spendere una parola di rammarico per il grande giornalista Feltri che è stato temporaneamente fermato nello scrivere, ma non nel parlare, da loschi tristi figuri di centrosinistra, per il tramite dei loro servi in servizio permanente attivo, i quali combattono le persone che non riescono a controllare, con ogni tipo di arma.
Liana Volpi
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Se il Direttore Feltri non può scrivere per tre mesi, non per questo deve smettere di far sentire la sua voce. Sarà sufficiente che un giornalista del Giornale lo intervisti. C’è qualche regola che vieta di intervistare una persona sospesa dall’Ordine dei giornalisti?
Gianmaria Morini
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Caro Feltri, non si preoccupi troppo di tutti i «nulla facenti» che popolano l’Italia. Le sue battaglie saranno sempre appoggiate da tutti noi.
Ad majora Direttore, lei sa che non mancheranno mai gli amici come me contro tutte le insidie che escogitano le sinistre e i loro accoliti (Ordini, pm, etc.).
Giorgio Agradi
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E
Estremamente amareggiato per la sospensione a te inflitta, ti esprimo la mia più grande solidarietà personale. Ti apprezzo tantissimo per la linearità e la trasparenza del tuo pensiero nonché per le tue capacità dialettiche.
Alfonso Ferrante Cavallaro
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Egregio dottor Vittorio Feltri, lei è un uomo che si discosta molto dall’appiattimento e dalla mediocrità generale che oggi, purtroppo, contraddistinguono questi nostri amari tempi. E perciò costringe questi tristi personaggi a fare i conti con la loro profonda inconsistenza mentale e morale e li disorienta, li terrorizza. Meglio dunque non avere simili termini di paragone, meglio è rompere lo specchio. Lei dottor Feltri, come altri nella storia, paga per la sua dignità, per la sua intelligenza, per la sua indipendenza, per il suo coraggio, per il suo volare alto e libero. Lo sa lei! Lo so io! Lo sanno loro!
Corrado Lippi
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Gentile Direttore, ho 32 anni, sono abruzzese della provincia di Teramo e mi sto per specializzare in medicina interna. Le scrivo per manifestarle la mia solidarietà per la vicenda della sua sospensione. E vorrei farlo citandole una frase di Marco Travaglio, pensi, se lo sarebbe mai aspettato? Recita così: «Le vittime della censura non sono soltanto i personaggi imbavagliati per evitare che parlino. Sono anche, e soprattutto, milioni di cittadini che non possono più sentire la loro voce per evitare che sappiano». E allora mi chiedo, espressioni di questo genere, perché non vengono sostenute, difese e urlate per chiunque sia di destra, centro o sinistra (e non solo in politica) e soprattutto da chiunque indipendentemente dalla propria estrazione?
Giuseppe Ciarrocchi
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Direttore, credo sia la pagina più brutta per l'editoriaitaliana e per il mondo occidentale tutto. La giustizia e la stampa son lo specchio di un Paese. Cosa può il comune cittadino davanti a tanta arroganza: cambiare Paese. Propongo due soluzioni: continuare a scrivere e disattendere quanto l’Ordine ha fatto e in modo sfacciatamente politico; allegare gli editoriali già scritti per i tre mesi a venire.
Salvatore Palmeri
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Disubbidire potrebbe essere un beau geste e non solo. Colgo l’occasione per esprimerle la mia solidarietà, che è quella di un suo lettore che la legge sempre con grande piacere.
Giuseppe Caggiani
Cambiago (Milano)
Nell’esprimerle la mia più profonda solidarietà per l’ingiusto attacco subito, spero voglia continuare la sua, e dei suoi collaboratori, solitaria battaglia contro l’arroganza e la prepotenza della sinistrorsa cupola mediatica- giudiziaria-culturale che soffoca, da ormai troppi anni, il nostro Paese.
Paola Francesca Gallo
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La più convinta solidarietà al dottor Feltri, uno dei pochi che non ha paura di scrivere ciò che pensa, anche contro la dilagante «dittatura» mediatico/ politica che sempre e a tutti i costi vuole presentare la realtà in modo falso e partigiano.
Mario Carusi
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La sospensione di Feltri è solo la punta dell’iceberg che emerge dal mare di melma in cui stiamo navigando. Fin dall’inizio l’Ordine dei giornalisti ha combattuto l’impostazione del Giornale.
Logico che al primo incidente d i percorso s i siano lanciati come iene su chi ha sempre dimostrato di non lasciarsi intimidire e di restare coerente. Per favore non mollate perché siete ormai l’unica voce libera in questo bailamme. E non mollate neppure su Fini.
Norberto Ferretti
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Stimatissimo Direttore Vittorio Feltri, siamo sdegnati della decisione del consiglio dell’Ordine dei giornalisti, che prima si inventa una scusa per sostenere una manifestazione a favore della libertà di stampa e poi prende un provvedimento censorio così pesante, unico, che io ricordi, in questi ultimi decenni. Le offese ripetute e spesso volgari al premier non rappresentano mai una notizia di reato per la magistratura, né un motivo di intervento da parte dell’Ordine. Siamo tutti con lei!
Aldo Castellari
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Direttore, non demordere siamo con te. Fatti promotore per abolire l’Ordine che nel 2010 non è più pensabile che per uno che scrive quello che pensa, venga censurato.
Giuseppe Lombardi
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Caro Direttore, sono così arrabbiata per il modo scorretto in cui l’hanno trattata. Sono certa che siamo in tanti a non accettare che le mettano il bavaglio e se sarà il caso siamo anche disposti a scendere in piazza, chiamateci e vedrete in quanti siamo. È insopportabile l’arroganza di certi Saviano, Fini, Casini che non se ne può più. Se l’Ordine pensa di zittirla togliendole la penna per qualche tempo ha sbagliato di grosso e non ha fatto il conto con i suoi lettori, sappia che non la lasceremo mai solo. In attesa di leggerla un caro saluto.
Beba Schranz
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Le scrivo per
unire la mia voce alle tante voci che gridano allo scandalo per averla zittita. Vera e propria censura, degna del più oscuro Medioevo. Sempre con rispettosi saluti svizzeri.Carla Martinoli
Cademario, Ticino
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