La Bce: niente pareggio per il 2011

Trichet lancia un monito all'Italia: prima il risanamento, poi il taglio delle tasse. "Per evitare gli errori del passato occorre realizzare almeno gli obiettivi di bilancio per il 2007 e usare il tesoretto per ridurre disavanzo e debito"

La Bce: niente pareggio per il 2011

Roma - "I governi dovrebbero evitare interventi fiscali discrezionali di carattere espansivo, siano essi sotto forma di maggiori spese e/o di minore tassazione di natura permanente". È il monito lanciato dalla Bce nel suo bollettino mensile. L’istituto mette in guardia sul rischio di ripetere gli errori del passato e invita a mettere in pratica gli insegnamenti del biennio 1999-2000 "quando la mancanza di prudenza ha in breve tempo condotto a situazioni di disavanzo eccessivo". E avverte: conti pubblici, nessuna pareggio entro il 2011.

Slitta il pareggio di bilancio italiano L’Italia potrebbe non raggiungere il pareggio di bilancio fino al 2011. Secondo la Bce, quest’anno il disavanzo dovrebbe scendere sotto il 3%. "In Italia il Dpef integra gli effetti di un provvedimento teso a erogare nel 2007 maggiori spese, per un ammontare pari a circa lo 0,4% del Pil, a favore sia di destinatari di pensioni basse e sia di famiglie e giovani. Alcune di queste spese saranno di natura strutturale - spiega la Bce -. Queste spese aggiuntive dovrebbero essere finanziate solo in parte dalle entrate maggiori del previsto. Nel complesso, il governo si pone ora come obiettivo un disavanzo pari al 2,5% del pil nel 2007, al 2,2% nel 2008 e all’1,5% nel 2009. Sulla base di tali presupposti, l’Italia non raggiungerebbe il proprio obiettivo di medio periodo di un bilancio in pareggio fino al 2011".

Risanare i conti pubblici L'invito della banca centrale europea è chiaro: sfruttare il buon momento congiunturale per evitare gli errori del 1999-2000 e risanare i conti pubblici. "Il risanamento strutturale delle finanze pubbliche continua a progredire con lentezza - avverte la Bce - ed esiste il rischio che alcuni paesi perseguano politiche procicliche di tipo espansivo". Secondo l’Eurotower occorre "utilizzare interamente le entrate maggiori delle attese per accelerare la riduzione del disavanzo e del debito". I Paesi "che decidono di ridimensionare i propri piani di risanamento in vista di una dinamica delle entrate inaspettatamente positiva rischiano di ripetere l’ esperienza del biennio 1999-2000". Dunque prima, bisogna concentrarsi sul risanamento, che va considerato "come parte integrante di una più ampia strategia di medio termine che migliori la sostenibilitàe la qualità delle finanze pubbliche" e poi puntare alla riduzione delle tasse.

Spesa sotto controllo Su questa linea, quindi, continua la Banca centrale europea, "il contenimento della spesa e la riforma dei sistemi di previdenza sociale dovrebbero non soltanto favorire il conseguimento degli obiettivi fissati per il disavanzo e per il debito, ma anche permettere una diminuzione della pressione fiscale al fine di migliorare gli incentivi all’occupazione, all’investimento e all’innovazione e di promuovere un’allocazione efficiente dei fattori di produzione". Un’ulteriore "sfida" a cui la Bce richiama è quella della "ricerca del modo migliore di rafforzare l’efficienza e la trasparenza dei sistemi tributari dei paesi dell’area dell’euro, anche alla luce dell’esperienza di alcuni paesi dell’Europa centrale e orientale con i cosiddetti sistemi 'flax tax'".

Eurolandia, crescita al ribasso La crescita di Eurolandia per il 2007 è stata rivista al ribasso, dal 2,6% previsto in giugno al 2,5%, mentre resta invariata al 2,3% la stima 2008. Queste previsioni sono "soggette a rischi verso il basso, principalmente connessi a un impatto potenziale più ampio della rivalutazione del rischio in atto sui mercati finanziari, agli squilibri mondiali e alle spinte protezionistiche, nonchè a ulteriori rincari del petrolio e delle materie prime". La Bce ha poi ribadito le previsioni macroeconomiche diffuse la scorsa settimana nella conferenza stampa seguita alla riunione del consiglio direttivo che ha lasciato i tassi invariati al 4%.

Mercati europei, prospettive favorevoli Nel bollettino di settembre la Bce chiede maggiori informazioni prima di assumere nuove decisioni di politica monetaria: a una settimana dalla riunione del Consiglio direttivo, la Bce ribadisce la volontà di prendere tempo in un contesto di "incertezza che si è acuita a seguito della volatilità dei mercati finanziari". Al momento il quadro macroeconomico di base resta immutato, chiarisce l’istituzione di Francoforte: per l’area dell’euro le prospettive di crescita "restano favorevoli", si legge, ma con pressioni inflazionistiche che continuano ad essere al rialzo. E con una politica monetaria che la Bce continua a giudicare "accomodante", ci sono i presupposti per ulteriori ritocchi al rialzo sul costo del danaro. Ma non nell’immediato: "Il Consiglio direttivo seguirà tutti gli sviluppi con molta attenzione", si legge. Una formula che nell’interpretazione degli analisti non implica l’orientamento ad un aumento dei tassi a brevissimo termine.

Crisi mutui, ripercussioni globali "I rischi negativi per le prospettive economiche mondiali sono aumentati nel periodo recente, soprattutto a causa delle tensioni sul mercato statunitense dei mutui di qualità non primaria, in presenza di timori di crescenti ripercussioni in altri segmenti di mercato". "Mentre le ripercussioni globali del rallantamento dell’economia Usa sono state finora limitate, rimane da vedere se la recente turbolenza nel mercato finanziario condurrà a una rivalutazione dei rischi globali del mercato finanziario e a un calo nella fiducia, con possibili implicazioni per l’economia reale", afferma il bollettino.

L’attività economica globale rimane tuttavia robusta, sostenuta soprattutto dall’attività delle economie emergenti, dice la Bce. "In particolare, i paesi più grandi dell’Asia continuano a registrare forti tassi di crescita, e la regione rimane il motore principale della crescita globale".

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