Francoforte - Nuovo taglio dei tassi di interesse della Banca centrale europea. Ma solo un quarto di punto in meno. Ora il principale livello di riferimento sul costo del denaro scende all’1,25%. "Il livello cui oggi la Banca centrale europea ha ridotto il principale riferimento sui tassi di interesse, l’1,25% non è il limite minimo tassi e non escludo altri tagli", ha affermato il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet.
Tassi ai minimi storici Un livello mai visto prima nei 10 anni di storia della Bce, deciso dal consiglio direttivo, riunito oggi a Francoforte, mentre la situazione economica dell’area dell’euro continua ad aggravarsi e l’inflazione rallenta in maniera molto accentuata. La decisione, comunicata con una nota, delude le attese di mercati e analisti che prevedevano un taglio di mezzo punto. Ridotti di un quarto di punto anche il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali, al 2,25 per cento, e quello sui depositi tenuti dalle banche commerciali alla stessa Bce, a 0,25%. Il differenziale tra il costo del denaro negli Stati Uniti e quello nell’Eurozona si attesta sull’1,25%, tenuto conto che la Fed ha praticamente azzerato il tasso sui Fed Funds, fissando un range compreso tra zero e 0,25%.
Trichet: "Presto nuove misure" Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea "è intenzionato" a prendere eventuali decisioni su ulteriori misure non convenzionali di politica monetaria in occasione della riunione di inizio maggio. Il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet ha evitato accuratamente di sbilanciarsi oltre, non ha precisato quali eventuali misure potrebbero essere prese, oltre a quelle già in atto, chiarendo che non è scontato che vengano effettivamente stabilite. La Banca centrale europea ha rilevato "un grave deterioramento" che sta investendo tutta l’economia mondiale, come quella dell’area dell’euro, che resterà "molto debole" nel corso del 2009, per poi procedere a una "graduale ripresa" nel 2010. Intanto l’istituzione monetaria si attende altre riduzioni del tasso di inflazione, che a metà anno potrebbe raggiungere "livelli negativi temporanei per poi segnare una ripresa". Tuttavia, "i movimenti di breve termine non sono rilevanti per la politica monetaria". Quello che conta sono le prospettive di medio e lungo termine e qui al momento la Bce rileva pressioni solo "sommesse" e una prospettiva di generale stabilità per l’andamento dei prezzi.
Dati Ieri Eurostat ha riferito che a febbraio il tasso di disoccupazione nell’area dell’euro è salito all’8,5%, nello stesso mese di un anno fa si attestava al 7,2%. Nel frattempo crolla l’inflazione - contro cui i tassi di interesse sono il principale strumento di contenimento utilizzato dalla banche centrali - a marzo, sempre secondo Eurostat, la crescita annuale dei prezzi al consumo si è ridotta allo 0,6%, contro l’1,2% segnato a febbraio.
Dal consiglio direttivo di oggi erano attese anche eventuali indicazioni sulla possibilità di intraprendere altre misure espansive a favore della crescita, oltre a quelle già in atto, tramite strumenti non convenzionali di politica monetaria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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