La Bce vuole la verità sui regali a Fazio «Se li ha presi ha violato il codice etico»

Il presidente della Banca centrale europea Trichet chiederà chiarimenti sui doni offerti da Fiorani al Governatore. Norme Ue impongono di non accettarli

da Roma

«Se la notizia sui regali, riportata dalla stampa, si rivelasse vera, sarebbe in violazione del codice di condotta del Consiglio dei governatori». Per la prima volta Jean-Claude Trichet parla coi giornalisti del problema legato ai doni ricevuti dalla famiglia Fazio, da parte di Gianpiero Fiorani. Lo fa a margine di una conferenza all’Università di Karlsruhe, affermando che se le notizie sui regali venissero confermate, allora i consiglieri della Banca centrale europea chiederebbero ad Antonio Fazio una spiegazione.
Il codice etico della Bce prevede che il valore dei presenti accettati dai banchieri centrali debba esere «trascurabile». Il limite informale è di circa 100 euro. Ma non solo: il codice impone di evitare qualsiasi situazione che possa dar luogo a un conflitto di interessi, o influisca sulla loro obiettività e imparzialità. I regali ricevuti dal governatore della Banca d’Italia e dai suoi familiari da parte del banchiere lodigiano, benché certamente non strepitosi - a quanto sembra un piccolo televisore, un braccialetto, un orologio, alcuni libri - supererebbero il limite dei cento euro. Persone vicine al governatore liquidano tuttavia la vicenda come «piccoli gesti di cortesia fra persone che si conoscono», ricordando che a sua volta Fazio ha fatto piccoli doni ai familiari di Fiorani.
Una volta ottenute le conferme del caso, la Bce non esiterà dunque a chiedere chiarimenti al governatore italiano. Bankitalia, a differenza di altre banche centrali, non dispone di un rigido codice che limiti il valore dei regali accettabili dai dipendenti. Se, come pare, Fazio dovrà fornire spiegazioni, farà probabilmente leva sul fatto che, nel nostro Paese, è consuetudine lo scambio di doni tra famiglie di conoscenti in alcune ricorrenze, ad esempio un compleanno o una Prima comunione. A sfavore di Fazio depone il precedente dell’ex collega della Deutsche Bundesbank Ernst Welteke, rimosso dall’incarico per aver accettato un weekend a Francoforte con famiglia, da circa 8mila euro, ospite di una banca tedesca. Si disse allora, tuttavia, che la severità da parte delle autorità tedesche derivasse anche dall’ansia di liberarsi di un banchiere centrale «inadeguato».
Riferendosi proprio alla questione dei regali, il 6 dicembre scorso due sindacati interni di via Nazionale (Falbi e Sic-Cisl) hanno inviato all’Eurotower di Francoforte una lettera chiedendo un intervento al fine di «ristabilire la fiducia e la credibilità nell’autorevolezza della Banca d’Italia e delle altre istituzioni europee, Bce compresa».
Se Trichet e gli altri governatori europei dovessero ritenere che Fazio può aver violato il codice della Bce, la «patata bollente» passerà nelle mani di Hans Tietmeyer, l’arcigno ex presidente della Bundesbank che presiede il comitato etico della Banca centrale. Banchiere cattolico e consigliere della Santa Sede, Tietmeyer conosce personalmente Fazio da decenni.
Difficile prevedere quando il Consiglio della Banca centrale potrà esaminare formalmente la questione. La prossima riunione del Consiglio direttivo è fissata per il 12 gennaio, a Francoforte. Seguirà una conferenza stampa del presidente Trichet, e in quella circostanza non mancheranno certamente le domande sul caso Fazio. Ieri, a Karlsruhe, Trichet si è limitato a ricordare - oltre ai limiti imposti dal codice etico - le richieste al governo italiano per emendare la riforma di Bankitalia nel senso, indicato dalla Bce, di una maggiore collegialità nelle decisioni. Inoltre, ha aggiunto di avere il massimo rispetto per le procedure già aperte in Italia e alla Commissione di Bruxelles.

«Abbiamo già detto che la normativa italiana sulla vigilanza bancaria non permette in tutti i casi il rispetto pieno delle norme europee», ha detto il banchiere centrale, allineandosi così alla posizione del commissario al Mercato interno Charlie McCreevy che nei giorni scorsi ha aperto una procedura formale di infrazione nei confronti del nostro Paese.

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