Erica Orsini
da Londra
Ancora un lungo weekend di violenza a Belfast. Più di cinquanta poliziotti feriti, un autobus dirottato e incendiato così come automobili e negozi, il ritrovamento di una fabbrica di esplosivo, dodici arresti e uninchiesta appena avviata. È questo il bilancio ancora provvisorio di due giorni e due notti di rivolta - una delle peggiori dal 2000 - che hanno sconvolto ancora una volta la capitale nordirlandese.
Gli scontri hanno avuto inizio sabato in occasione della tradizionale parata orangista che celebra la vittoria nel diciottesimo secolo del re protestante Guglielmo dOrange sul re cattolico Giacomo II. Ogni estate vi prendono parte migliaia di orangisti e i cattolici interpretano la cosa come una provocazione. Gli incidenti sono scoppiati anche questa volta quando ad alcuni manifestanti lealisti è stato impedito di attraversare un quartiere cattolico, nella zona ovest di Belfast. Ma la violenza si è concentrata soprattutto contro la polizia, in particolare ieri, dopo le perquisizioni effettuate nelle abitazioni di alcuni protestanti sospettati di aver provocato gli scontri del giorno prima. Nella città messa a ferro a fuoco, nelle strade sconvolte da una guerriglia urbana che non si ricordava da anni, sono scesi circa 700 estremisti affrontati da duemila uomini, tra poliziotti e militari. Niente e nessuno è stato risparmiato. I gruppi di protestanti, a cui molto probabilmente si è unita anche la piccola delinquenza comune, si sono battuti usando bombe molotov, ordigni artigianali, pietre e bottiglie. Soltanto ieri si sono registrati 32 feriti tra i poliziotti e due tra i dimostranti.
Le aree più calde sono state quelle di Bangor e Co Down. Nel primo sobborgo, un gruppo di uomini armati ha attaccato un autobus, ha fatto scendere tutti i passeggeri derubandoli e poi ha dato fuoco al mezzo che è stato rovesciato sulla strada per bloccarne laccesso. Ma la scoperta più inquientante è quella fatta dalla polizia in unabitazione di Highfield, a nord di Belfast, dove gli agenti hanno trovato una fabbrica di esplosivi e numerose armi da fuoco.
Solo ieri la polizia è riuscita a riportare lordine, arrestando una dozzina di persone. Il ministro britannico per lIrlanda, Peter Hain, ha condannato le violenze annunciando di voler incontrare quanto prima i leader protestanti della provincia.
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