Belgio, nuova lite tra fiamminghi e valloni Si dimette il secondo governo Leterme

Il governo del primo ministro Yves Leterme è caduto ieri dopo il ritiro dalla coalizione del Partito liberale fiammingo, innescando una crisi che potrebbe danneggiare la sua fragile economia e costringendo il Parlamento a rinviare la proposta di legge che avrebbe introdotto di indossare il burqa.
Senza l’appoggio del partito di centrodestra Open Vld, gli altri quattro partiti della coalizione avrebbero 76 dei 150 seggi della Camera bassa del Parlamento, rendendo complicato governare con una maggioranza così risicata. Open Vld ha detto di avere perso fiducia nel governo, che raggruppa formazioni di centrosinistra e di centrodestra, perché non è riuscito a risolvere una controversia tra i partiti di lingua francese (valloni) e di lingua fiamminga sulle circoscrizioni elettorali attorno alla capitale, Bruxelles.
L’oggetto del contendere è quello di sempre. In Belgio è conosciuto semplicemente con una sigla Bhv, vale a dire la circoscrizione Bruxelles-Hal-Vilvorde, che raccoglie 54 comuni alla periferia della capitale belga, già in territorio fiammingo, ma a forte presenza di francofoni. Si tratta dell’unica del Belgio in cui vige un doppio regime linguistico e amministrativo.
Leterme, 49 anni, democratico cristiano fiammingo, dopo un consiglio dei ministri straordinario ha presentato a re Alberto le dimissioni, ma il sovrano si è riservato di accettarle. «Il re e il primo ministro hanno sottolineato congiuntamente che, nelle attuali circostanze, una crisi politica sarebbe inopportuna e danneggerebbe seriamente la situazione economica e sociale dei cittadini e il ruolo del Belgio in Europa», si legge in una nota di palazzo che manifesta tutta la preoccupazione della monarchia e delle altre istituzioni.


Gli economisti hanno manifestato preoccupazione perché la paralisi politica nel paese di 10,6 milioni di abitanti ostacola le prospettive di riduzione del deficit, stimato nel 2010 al 4,8% del Pil, mentre il debito pubblico dovrebbe superare il 100% del Pil.

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