Quando sei in Africa per fare il chirurgo devi essere pronto ad ogni evenienza, e il contesto del posto ti espone alle più differenti situazioni. Tre anni fa a Fogo, durante la mia permanenza di volontario, si svolgevano le elezioni politiche e ho partecipato a tutte le iniziative dei due partiti in competizione, in un clima festoso e particolare. Essendo la popolazione per lo più giovane, era un tripudio di canti e balli, suoni antichi e moderni, occasione di incontro e di festa. Il centro della cittadina si riempiva già dal pomeriggio, i candidati si affannavano a spiegare il proprio programma, ormai capisco un po' il creolo, mi sentivo parte del gioco. Gruppi folcloristici si contendevano la piazza, i candidati in mezzo a noi, vicini alla gente differentemente che da noi, la veemenza delle proprie idee si accompagnava a canti e suoni a volumi sonori estremi. Nessuno voleva mancare, ognuno veniva in città da lontano con ogni mezzo, a piedi, pickup, taxi collettivi, camion.
L'occasione elettorale è un momento di incontro, distrazione da una vita monotona, legata alla vita isolana, semplice, come può immaginarsi in una cittadina per lo più africana. Ognuno dei due partiti si proponeva con iniziative che volevano essere le migliori, ed ecco i gruppi musicali, le acconciature particolari, la propaganda più personale. Non mancavano le postazioni di vendita di cibo, dolci, pollo grigliato, bibite, tutto concorre a rendere l'evento sociale e comunicativo.
Per me è stato interessante seguire i comizi con amici locali, come l'ex guerrigliera della Guinea Bissau che magnificava il partito della sinistra, giovanile, religiose e non, che propugnavano la continuità tradizionale.
E proprio in questo clima festoso, protratto fina alla sera tardi, che un vecchio camion a cassone, con oltre 50 persone festanti in piedi, correndo su strade di ciottolato lavico, è incorso in un incidente. Un ragazzo è stato sbalzato al suolo, procurandosi un grave trama cranico esposto. Immediatamente soccorso ed affidato alle nostre cure, in un contesto di accettazione ancestrale degli eventi anche negativi come naturali, mentre continuavano i comizi, (the show must go on), abbiamo prestato le cure in un evento che già dalla gravità paventava un finale tragico. Mi ha colpito la compostezza di tutti gli astanti e poi dei parenti, amici, estranei, tutti insieme ai margini dell'Ospedale, abbiamo passato la notte col ragazzo, anche tutti i volontari di altre competenze sono stati coinvolti in questa tragedia, culminata il giorno dopo con la visita del Presidente della Repubblica Capoverdiana.
L'epilogo è stato ineluttabile, la morte del ragazzo è stata vissuta ed accettata con un dignitoso dolore, senza tragedie, come parte della vita.
La corsa frenetica per il soccorso, radiografie, monitoraggio, stabilizzazione e ancora parenti amici gioventù varia che si accompagna, ma sempre la stessa rassegnazione. Il ragazzo era noto, aveva molti parenti, ogni famiglia qui è allargata, si arriva a essere 10 - 12 fratelli, magari da genitori diversi, ma ogni famiglia è fortemente cementata e i grandi eventi li riuniscono.
I parenti sono subito arrivati in Ospedale, li abbiamo accolti e confortati, il rapporto è differente, ero con il padre, nel suo composto dolore mi era vicino per le cure prestate e ti accorgi che fare il medico in Africa è anche questo, partecipare alla vita locale, integrarsi con i tuoi pazienti, ricuperi valori dimenticati, probabilmente ricevi interiormente più di quanto tu dai in prestazioni mediche, soprattutto nei posti isolati, quale può essere appunto una isola come Fogo, dove a volte la vita dipende anche dal collegamento aereo o dalla casualità. E ancora una volta la piccola comunità di volontari e personale dell'Ospedale è stato partecipe dell'evento, con l'amarezza e lo sconforto che ti pervade quando si spegne una vita, sempre stupito della compostezza e filosofia di questo popolo.
Ma vi sono ovviamente anche eventi con evoluzione positiva; un caso particolare è stato un anziano, che in gioventù aveva subito una amputazione di una gamba per un incidente di lavoro, ricoverato per una «gangrena» della gamba residua e una frattura di un braccio. Amorevolmente assistito da una moglie anziana e da una marea di figli, ha accettato la amputazione della gamba con una serenità disarmante. Anche questa è Africa!
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