Via Bellani, uno scempio «giustificato»

Quaranta metri di calcinacci, sanitari, divani, materassi, elettrodomestici e rifiuti d’ogni genere, situati sotto un tunnel di un cavalcavia ferroviario, sono quanto non ti aspetteresti, alle porte del XVI, nel bel mezzo di un pieno centro abitato. Per la precisione, il centro abitato, è quello che si affaccia sul Lungotevere Artigiani, mentre il tunnel, in realtà un anfratto chiuso e senza sbocco, è una cavità che conclude la via intitolata ad Angelo Bellani.
Al di sopra si trova la ferrovia che collega la stazione di Trastevere a quella di Ostiense. Accanto, il sottopasso che conduce al fiume, lo occulta come un normalissimo sottovia. Ma bastano pochi passi verso l’entrata per comprendere e la quantità e la qualità del problema. Una discarica abusiva alla luce del sole, mèta di scarico a tutte le ore della giornata, come lamenta più di qualche abitante della zona. Anche questa, poi, come ogni buona discarica che si rispetti, è divenuta ormai il dormitorio preferito di gatti e cani randagi, nonché ospizio per un buon numero di topi. Ma si tratta solo dell’ultima delle colonizzazioni, alla quale fanno capo le occupazioni che, negli anni, hanno visto l’invasione dei rom. Una cosa è certa, a qualcuno toccherà pulire. Ed è qui che ci rendiamo conto della confusione che regna. Nel tentativo di comprendere di chi sia la pertinenza del sito, e relativa responsabilità di bonifica, proviamo a chiedere informazioni. I vigili urbani suggeriscono di contattare l’Ardis (Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo). Il municipio, presidenza e ufficio tecnico, non sono in grado di rispondere. A riguardo, consigliano però di rivolgersi ad Ama, dalla quale replicano: «Il contratto di servizio ci obbliga solo al ripristino delle aree appartenenti al comune e al municipio e allo sgombero dei sottovia d’attraversamento stradale. Quello è invece un passaggio chiuso».
Alla fine scopriamo che proprietarie dell’area sono le Fs. Così, sentite anche le ferrovie, troviamo conferma.

Ci spiegano che «non essendo quello uno spazio funzionale all’esercizio, gli interventi di controllo e risanamento avvengono in periodi cadenzati», oppure, «si agisce dietro segnalazione ufficiale». Una squadra di tecnici assieme alla polizia ferroviaria però, assicurano, interverrà a breve. Una data al momento è però impossibile fissarla.

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