BEN HARPER il californiano che cavalca blues e folk

Domani al DatchForum il concerto del chitarrista diventato una vera star

Antonio Lodetti

Quando compare sulla scena è una specie di moderno bluesman underground. Usa una chitarra Weissenborn dal suono potente e risonante, e la suona appoggiata orizzontalmente sulle gambe, spesso in stile slide, cioè facendo scivolare una sbarra di metallo sulle corde, come facevano antichi e dimenticati cantastorie quali Casey Bill Weldon e Black Ace e come fanno - con altro stile - Ry Cooder e David Lindley.
Così, pian piano Ben Harper è diventato una star, con diritto di cittadinanza nella terra della musica di qualità e in quella che vola alta in vetta alle classifiche (per non parlare del suo ruolo di sex symbol). Dalla California domani sera arriva al DatchForum per la seconda delle tre tappe della sua tournée italiana. Il suo ultimo doppio album Both Sides of the Gun, metà acustico e metà elettrico, è stato a lungo in vetta alle classifiche italiane spodestando Sua Maestà David Gilmour, così come era arrivato in vetta due anni fa con There Will Be Light, album gospel inciso con i Blind Boys of Alabama.
Ogni colpo un successo per l’artista che è oggi il re delle contaminazioni tra blues, reggae, folk, hip hop, ballate lente. Macedonia, eppur composita, di stili e di colori che passa con la stessa emotività e virulenza dai motivi elettrici a quelli prepotentemente acustici (dalla arrabbiata Black Rain alla sinuosa Happy Everafter In Your Eyes) che per lui «sono le due facce della medaglia blues». A tutto ritmo e ballate intimiste e raccolte in un alternarsi di climi e situazioni, ora in solitudine, ora con i fedeli Innocent Criminals.
Trentasette anni compiuti, impegno sociale e - sul palco - poche concessioni alla spettacolarità. Molta sostanza, suoni muscolari, brani di grande impatto ed originalità più citazioni di Bob Dylan, Bob Marley e Neil Young (eseguirà a modo suo Heart of Gold tratta dal classico Harvest) per una sinfonia rock blues attesissima dal pubblico milanese.
«La mia musica è la mia rivoluzione» è ancora e sempre il motto di Harper, da quando esplose nel 1994, compattando in Welcome to the Cruel World passato e presente della musica nera e non solo. Un fuoco di paglia, pensa qualcuno, ma il buon esordio è confermato e rafforzato da Fight For Your Mind, più elettrico e più combattivo nei testi. L’album del grande successo è Burn To Shine in trio coi Little Criminals (Dean Butterworth alla batteria e Juan Nelson al basso) che allarga ulteriormente lo spettro sonoro, tracimando ora nella psichedelia ora persino nello swing.
Il seguito è una continua ascesa verso la popolarità senza scadere nel già sentito e nel commerciale, dal doppio dal vivo Live From Mars alla fantasia policroma (fin troppo) di Diamond On the Inside fino a There Will Be a Light e Both Sides of the Gun. Ben Harper non ha certo problemi di prolificità e in concerto spazierà per intero nel suo repertorio.

«Vorrei avere cinque vite per scrivere tutto ciò che ho nell’anima, e ogni giorno scrivo nuove canzoni per confrontarmi con me stesso e con la realtà che mi gira attorno».
Ben Harper, DatchForum, via Di Vittorio 6 (Assago), domani ore 21, info 02-488571, ingresso da 31 a 36,80 euro.

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