Nel mese di ottobre il numero di interrogazioni registrate sul Sistema di Informazioni Creditizie di Crif, relativamente alle richieste di prestiti da parte degli italiani (nell'aggregato di prestiti personali e prestiti finalizzati), riporta un segno negativo, dopo 8 mesi di crescita ininterrotta, pari a -2,5% nel confronto con lo stesso mese del 2016. Si sono però registrate due tendenze contrapposte: da un lato, i prestiti personali continuano la costante performance positiva da inizio anno, registrando un +2,8%; dall'altro i prestiti finalizzati fanno segnare un -6,3% nonostante la crescita dei finanziamenti richiesti per sostenere l'acquisto di un'auto (+8,7%) registrata nell'ultimo mese di osservazione.
«Il dato negativo non deve però allarmare in quanto complessivamente il trend rimane positivo dopo il deciso cambio di rotta avvenuto nel 2015, che ha segnato la ripresa del comparto», commenta Simone Capecchi, executive director di Crif. Complessivamente, «lo sviluppo dei nuovi canali distributivi, favorito dalla tecnologia, ci fa immaginare uno scenario ancor più positivo per i player del mercato, che si stanno già attrezzando con sistemi innovativi di accoglienza dei clienti e di valutazione creditizia. La sfida, oggi, è quella di rimanere al passo con le attese dei consumatori, che mutano con ritmi molto veloci. L'analisi dei dati e la successiva formulazione di offerte fortemente profilate sulle esigenze del singolo richiedente sono i driver della crescita», aggiunge Capecchi. Nel mese di ottobre 2017 prosegue la crescita dell'importo medio dei prestiti richiesti che, nell'aggregato di prestiti personali più finalizzati, si è portato a 9.283 euro (+11,1% rispetto allo stesso mese del 2016), avvicinandosi al record degli ultimi 6 anni registrato nel mese di febbraio 2017, quando si era attestato a 9.361 euro.
L'analisi della distribuzione delle richieste di prestiti per durata conferma che nei primi 10 mesi del 2017 la classe superiore ai 5 anni è quella in cui si concentrano le preferenze degli italiani, con una quota pari al 24,9% del totale (+1,9 punti percentuali rispetto allo
stesso periodo del 2016). Al contrario, si evidenzia una nuova contrazione dell'incidenza della classe di durata inferiore ai 12 mesi, che passa dal 18,4% al 16,5% del totale, in continuo calo nelle ultime rilevazioni.FPa
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