Benedetto XVI: futuro in mano a Dio, non a maghi o economisti

Benedetto XVI: "Grazie a Dio la nostra speranza non fa conto su improbabili pronostici e nemmeno sulle previsioni economiche, pur importanti". Tremonti: "Il nostro futuro dipende da noi"

Benedetto XVI: futuro 
in mano a Dio, non 
a maghi o economisti

Città del Vaticano - Diffidare di "improbabili pronostici" in cui si dilettano maghi, astrologi, cartomanti, veggenti o ciarlatani di vario tipo. Ma anche delle previsioni economiche, che non sono la bussola. E' solo in Dio che gli uomini possono riporre la speranza di un futuro migliore. E' questo il messaggio che Benedetto XVI ha lanciato durante il suo primo Angelus domenicale in piazza San Pietro.

"I problemi non mancano, nella Chiesa e nel mondo, come pure nella vita quotidiana delle famiglie. Ma, grazie a Dio, la nostra speranza non fa conto su improbabili pronostici e nemmeno sulle previsioni economiche, pur importanti", ha spiegato il Pontefice. "La nostra speranza è in Dio, non nel senso di una generica religiosità, o di un fatalismo ammantato di fede". "Noi - ha proseguito - confidiamo nel Dio che in Gesù Cristo ha rivelato in modo compiuto e definitivo la sua volontà di stare con l'uomo, di condividere la sua storia, per guidarci tutti al suo Regno di amore e di vita". "E questa grande speranza anima e talvolta corregge le nostre speranze umane", ha concluso. "Il Regno di Dio viene certamente, anzi - ha detto Ratzinger di fronte a decine di migliaia di fedeli che gremivano piazza San Pietro - è già presente nella storia e, grazie alla venuta di Cristo, ha già vinto la forza negativa del maligno. Ma ogni uomo e donna è responsabile di accoglierlo nella propria vita, giorno per giorno. Perciò, anche il 2010 sarà più o meno 'buono' nella misura in cui ciascuno, secondo le proprie responsabilità, saprà collaborare con la grazia di Dio".

Tremonti: il futuro dipende dall'uomo Il monito del Papa contro le previsioni sul futuro, da quelle degli oroscopi a quelle degli economisti, "é un pensiero molto profondo. Il futuro degli uomini dipende dagli stessi uomini" e "volerlo sapere a prescindere dall'uomo è arroganza e superstizione". Lo ha detto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti in un'intervista al Tg1. "Il nostro futuro non è un destino fisso, un progresso o un declino inevitabile: il nostro futuro dipende da noi, dalla nostra libertà, responsabilità, dalla nostra saggezza, dalla nostra speranza. Io per esempio, per questo tempo che stiamo vivendo, ho molta fiducia nella saggezza degli italiani, dei lavoratori, degli imprenditori. E' per questa ragione che ho speranza". Lo ha detto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti in una intervista al Tg1, che andrà in onda stasera alle ore 20.00 nella quale ha commentato le parole del Papa contro previsioni di maghi ed economisti. "Il futuro degli uomini - ha detto il ministro dell'Economia Tremonti nell'intervista al Tg1 - non è né un oroscopo né un software né un palinsesto né un programma di computer.

E' superstizione - ha detto senza mezzi termini il ministro che nel passato si è più volte pronunciato contro le previsioni degli economisti - voler prevedere il futuro delle cose umane, della politica, dell'economia perché questo dipende dall'uomo. Volerlo sapere a prescindere dall'uomo è arroganza, l'arroganza di una conoscenza che si cred e illimitata ma che illimitata non è".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica