Cervello, così crescono nuovi neuroni: la ricerca

Praticare sport ma anche fare una semplice camminata quotidiana può aiutare nella produzione di nuovi neuroni che allontanano lo spettro di numerose patologie del cervello. Scoperto anche il ruolo delle cellule staminali neuronali

Cervello, così crescono nuovi neuroni: la ricerca
00:00 00:00

L'obiettivo di tutti è provare a mantenere un cervello che sia il più possibile sano e in forma a lungo nel tempo, sia in età giovane che da adulti quando si iniziano a perdere "colpi". I responsabili di un declino cognitivo sono (anche) i neuroni che diminiuscono progressivamente a partire dai 30 anni d'età ma che si possono rinnovare e riprodurre con alcune sani abitudini prima fra tutte l'attività sportiva.

La ricerca

Sul Journal of Alzheimer’s Disease è stata pubblicata una ricerca su un campione di 10mila persone: chi praticava sport regolarmente ma anche una semplice camminata quotidiana presenta volumi cerebrali maggiori nelle aree cerebrali che si occupano della memoria (l'ippocampo) oltre ad avere maggiori connessioni nelle diverse regioni del cervello. Evidenze scientifiche già da tempo ci dicono che numerose demenenze e lo stesso morbo di Alzheimer, per un terzo dei casi, sono collegati a casi di persone che sono in prevalenza sedentiarie.

Il ruolo dei neuroni

I ricercatori si sono accorti che passeggiare fino a 30 minuti al giorno dà stimoli e impulsi per produrre nuove cellule cerebrali oltre ad abbassare stress e ansia e aumentare la produzione di endorfine. In questo caso si può camminare di meno, anche soltanto per dieci minuti, per ottenere effetti benefici visto che viene ridotta l'attività cerebrale in quelle aree del cervello che si legano a fattori negativi. Ovviamente anche l'alimentazione fa la sua parte soprattutto con i carboidrati fondamentali per i neuroni ma devono derivare dai cereali integrali visto che soltanto zuccheri e dolci non sembrano essere la decisione migliore. "Tanti credono che lo zucchero serva a essere più attenti e a scacciare la fatica e scelgono un biscotto come spezza-fame per essere più concentrati. Ma è il contrario: dopo un’ora si è più stanchi e meno vigili", ha spiegato al Corriere il professor Alessandro Padovani, presidente della Società Italiana di Neurologia (Sin).

Cosa succede con le staminali neuronali

Un altro studio di poche settimane fa della Stanford Medicine, negli Stati Uniti, ha spiegato come mai le cellule staminali neuronali che stanno dietro alla produzione di neuroni, diventano meno attive in un cervello anziano. La docente di genetica Anne Brunet e il suo team hanno utilizzato alcune speciali piattaforme chiamate Crispr che danno la possibilità di modificare con estrema precisione il codice genetico delle cellule viventi così da avviare una dettagliata ricerca sull'intero genoma dei geni che, una volta eliminati, aumentano l'attivazione delle cellule staminali neurali nei campioni coltivati ​​di topi anziani.

"Abbiamo trovato per primi 300 geni che avevano questa capacità, il che è molto", ha spiegato Brunet. "Uno in particolare ha attirato la nostra attenzione: era il gene per il trasportatore del glucosio noto come proteina GLUT4, il che suggerisce che livelli elevati di glucosio nelle vecchie cellule staminali neurali e nei loro dintorni potrebbero mantenere inattive quelle cellule". Sono soprattutto alcune aree del cervello come l'ippocampo e il bulbo olfattivo dove i neuroni hanno una vita più breve e necessitano di essere sostituiti da quelli nuovi: tra i giovani questo meccanismo accade di frequente ma non è lo stesso per gli anziani.

Le nuove implicazioni

Con gli esperimenti di laboratorio il team ha eliminato i geni responsabili del trasporto del glucosio per capire quanti nuovi neuroni si sarebbero sviluppati alcune settimane dopo scoprendo effettivamente che le cellule staminali neuronali risultavano molto più attive producendo nuovi neuroni sui topi scoprendo tre funzioni chiave. "Innanzitutto, possiamo dire che stanno proliferando. In secondo luogo, possiamo vedere che stanno migrando verso il bulbo olfattivo, dove dovrebbero essere. E, in terzo luogo, possiamo vedere che stanno formando nuovi neuroni in quel sito".

In questo modo, dunque, sarà più facile suggerire nuove terapie farmacologiche o genetiche per intervenire nei cervelli danneggiati e poterli

"riparare" con nuove neuroni oppure consigliare semplicemente un'alimentazione diversa con un basso contenuto di carboidrati così da regolare la quantità di glucosio che viene assorbita dalle staminali neuronali vecchie.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica