Cos'è l'ipersessualità e come curarla?

Alcune persone sono alla continua ricerca del piacere sessuale, sia da sole che in una relazione. Soffrono di una vera e propria malattia? Come possono affrontare questa condizione?

 Cos'è l'ipersessualità e come curarla?

Dipendenza dal sesso, ninfomania, satiriasi, ipersessualità: tutti questi termini indicano un'esacerbazione dell'attività sessuale, ma rappresentano la stessa realtà? Negli uomini il desiderio è vissuto come una tensione che solo l'eiaculazione può alleviare. Nelle donne è più fluttuante e aumenta o diminuisce a seconda delle circostanze e delle emozioni. Uomini e donne non hanno gli stessi desideri e necessità sotto le lenzuola e quando il quadro diventa patologico può dare origine a conflitti.

Cos'è l'ipersessualità?

Non esiste uno standard in termini di sessualità, alcune coppie sono felici avendo rapporti sessuali due volte al mattino e due volte alla sera, altre una volta al mese. Il problema sorge solo se c'è sofferenza o se all'interno della coppia le esigenze sono molto diverse, con uno partner che pretende qualcosa che l'altro non può soddisfare.

Spesso il sesso sarà solo il sintomo di un'altra necessità: quella di soddisfare un bisogno emotivo, una necessità di fusione che spesso non ha nulla a che vedere, inizialmente, con il sesso. Si parla anche di dipendenza sessuale. Il problema sorge quando la persona o il partner lo percepiscono come troppo frequente. L'obiettivo è quindi trovare un equilibrio tra i due o per la persona stessa. Molti metodi psicocomportamentali vengono utilizzati per aiutare le persone a calmare la propria ansia e il risultato sarà una diminuzione del bisogno di rapporti sessuali ripetitivi.

Questa dipendenza sessuale colpisce maggiormente gli uomini?

Le dipendenze sessuali colpiscono più gli uomini che le donne. Alcune persone richiedono rapporti sessuali, altre la masturbazione, fino a dieci o quindici volte al giorno, per alleviare temporaneamente la tensione. Molto spesso nelle consulenze mediche è l'uomo che richiede una visita perché la moglie si lamenta della sua dipendenza. Quando è la donna ad essere dipendente, o il suo partner riesce ad allinearsi a questo suo continuo bisogno e appare soddisfatto, oppure rinuncia già all'inizio della relazione, anche se nell'immaginario collettivo si pensa più spesso ad un uomo ossessionato dal sesso che ad una donna ninfomane.

Quando il disturbo diventa patologico?

Non appena c'è sofferenza, possiamo parlare di patologia, anche se l'ipersessualità non è ancora definita una malattia vera e propria. Quando cadiamo in una dipendenza sessuale che non riguarda più l'altro, che diventa solo un bisogno permanente di allentare le tensioni. Come un fumatore che accende una sigaretta dopo l'altra o un alcolista che beve in modo compulsivo. Ogni volta l'ansia si attenua in una sorta di stato di benessere, ma poi torna sempre.

La persona affetta da questa dipendenza potrebbe avere la sensazione che i propri bisogni sessuali non siano in linea con ciò che considera normale e confortevole. Questo può impedirgli di avere una vita sentimentale, sociale o professionale, perché la spinta sessuale va oltre tutto.

L'ipersessualità è considerata una patologia quando impedisce alle persone di vivere serenamente. Ci sono persone che non riescono più a lavorare e che non pensano ad altro. Non appena fanno una pausa, o non sono impegnati, in macchina, a fumare una sigaretta, ad aspettare il loro turno alla cassa, la loro mente è ossessionata da questi pensieri sessuali.

Che impatto può avere questo disturbo sulla vita sessuale?

Quando un uomo ricorre alla masturbazione per alleviare la tensione, ciò può causare problemi di erezione quando è con la sua partner.

In questo caso, il rapporto sessuale in coppia non gli darà lo stesso sollievo come se fosse da solo. Se invece ha un forte bisogno di atti sessuali, ciò che cerca veramente è il più delle volte un bisogno di fusione, di sentirsi amato, di colmare un vuoto emotivo. Ciò che si ricerca è il sollievo che deriva dal piacere fisico, vissuto come una liberazione. L'atto diventa un ansiolitico, allenta la tensione che la persona avverte dentro di sé.

Lo stato di malessere però si ripresenta prepotentemente ogni volta finché non si decide di affrontare la radice del problema. Per alleviarlo la persona può ricorrere ad avventure occasionali, incontri a pagamento con escort, abusare della sessualità per telefono o via internet,senza mai trovare una vera àncora di salvataggio.

Quali sono le conseguenze per la vita matrimoniale?

Le persone che praticano autoerotismo in modo continuo raramente hanno una relazione, o quando ce l'hanno, non ha un buon esito perché l'altra persona si sente esclusa. La sessualità della coppia si modifica perché per soddisfare il più a lungo possibile il bisogno di fusione sono necessari un livello di eccitazione sempre più elevato e rapporti sessuali sempre più lunghi, in questo modo il coniuge si sente "usato" e la relazione si deteriora. Se la persona con questo impulso ripetitivo ha un rapporto con qualcuno che si sente a suo agio con questo tipo di vita sessuale, non ci sono problemi. Diversamente, la persona potrebbe cercare altri diversivi sessuali al di fuori della coppia e trascurare la famiglia per avere tempo e soddisfare il proprio bisogno di masturbazione. Potrebbe esserci una vita nascosta e parallela al di fuori della relazione.

Come si può gestire questo disturbo?

Bisogna analizzare cosa ci sia a monte di questo disordine, da dove nasca la mancanza, quale sia il vero bisogno da soddisfare per farlo evolvere. Se ci si trova di fronte ad una vera e propria dipendenza, bisogna rivolgersi al proprio medico curante per farsi indirizzare ad un servizio per le dipendenze in cui la dipendenza sessuale sia conosciuta e curata. Il trattamento sarà sia psichiatrico che farmacologico.

Si deve focalizzare più il disturbo psicopatologico che quello puramente sessuale. Lo scopo è quello di intercettare lo stato d'animo ansioso dell'individuo, uomo o donna, ad esempio con ansiolitici , per alleviarne la sofferenza psicologica . Somministrare antiormoni per prevenire l'eccitazione è spesso inutile, perché si tratta di un problema di esagerata tensione emotiva.

L'approccio migliore è quello di attuare una psicoterapia comportamentale, con alcune sedute

di ipnosi eriksoniana, in modo da fornire alla persona semplici tecniche di induzione dell'autoipnosi, questo consentirà di agire con discrezione per calmare gli impulsi non appena li sentirà sorgere dentro di sé.

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