Benetton, Luciano passa il testimone ad Alessandro. E punzecchia Gilberto

Lascia la nave quando il mare dell’economia è ancora in tempesta, ma dà il timone in mani sicure Luciano Benetton. Oggi, a 76 anni, - nel cda successivo all’assemblea dei soci - il patron del gruppo annuncia l’addio alla presidenza dell’impero del casual da lui creato 46 anni fa con i fratelli Giuliana, Gilberto e Carlo che, nel ’66, inaugurarono a Belluno il primo negozio di pullover. Il designato (indicato già nel 2006) è il figlio Alessandro, 48 anni, attuale vicepresidente esecutivo del gruppo. Al quale il padre indica la strada: «La scommessa resta sempre la stessa. Fare, immaginare, essere innovativi; questo dovrà sempre fare un imprenditore». Ed è sempre Luciano, in un’intervista al Corriere della Sera, ad ammettere: «Siamo stati fortunati, abbiamo avuto il vento a favore e oggi spira in senso contrario». Forse un riferimento alle difficoltà dovute alla concorrenza di gruppi come la spagnola Zara.

Mentre un altro riferimento («ci siamo un po' distratti con le privatizzazioni»), suona come un ripensamento alla strategia che ha distratto risorse al business dei maglioncini per l’avventura dei settori regolamentati, gestita soprattutto dal fratello Gilberto. Alcuni con successo, quale le Autostrade; altri con pesanti perdite, vedi Telecom Italia.
Ora, 46 anni dopo, e con il gruppo che esce dalla Borsa, si riparte da Alessandro. E non sarà una passeggiata.

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