Beni culturali, accordo con Google

Accordo tra il ministero dei Beni culturali italiano e Google per la digitalizzazione di una parte dei volumi conservati nelle due biblioteche nazionali di Roma e Firenze. L'intesa riguarda per il momento circa un milione di volumi storici pubblicati fino al XIX secolo e quindi non protetti dal diritto d'autore

Roma - Accordo tra il ministero dei Beni culturali italiano e Google per la digitalizzazione di una parte dei volumi conservati nelle due biblioteche nazionali di Roma e Firenze. L'intesa riguarda per il momento circa un milione di volumi delle biblioteche nazionali di Roma e Firenze, volumi storici pubblicati fino al XIX secolo e quindi non protetti dal diritto d'autore. Le biblioteche gestite direttamente dal ministero dei beni culturali sono 45 e custodiscono in totale circa 6-7 milioni di libri ai quali vanno aggiunti circa 30 mila tra manoscritti, incunaboli e carte sciolte. A questi si sommano i circa 9 milioni di volumi conservati nelle due biblioteche nazionali.

Un vero e proprio tesoro di capolavori - ha spiegato qualche tempo fa Resca anticipando l'intesa - che il ministero sente il dovere di mettere a disposizione di tutto il mondo, "per diffondere la lingua e la cultura italiana e fare in modo che chiunque sia interessato ai nostri capolavori possa avervi accesso, nel rispetto delle leggi sul diritto d'autore".

Da qui l'idea di partecipare al progetto Google per la digitalizzazione dei libri con una partnership che il direttore valorizzazione del ministero ha fortemente voluto fin dai primi giorni della sua nomina, ad agosto 2009. "Vediamo l'accordo con Google come un modo importante non solo per preservare e promuovere il ricco patrimonio culturale italiano ma anche per promuovere l'immagine stessa del nostro Paese", spiegò allora. Tra le ragioni della scelta, quella di diffondere nel mondo il patrimonio italiano, ma anche conservarlo: l'alluvione di Firenze, ricorda Resca, provocò la distruzione di tanti testi preziosi, "ora perderemmo ancora quei gioielli ma non il loro contenuto"; terza ragione, promuovere la conoscenza, renderla accessibile a tutti.

Nel mondo sono già una trentina le biblioteche nazionali e universitarie che hanno raggiunto un accordo con Google Books per la digitalizzazione dei propri libri. All'inizio sono state le biblioteche universitarie di Oxford e Harvard, cui si sono unite quelle di Stanford e dell'università del Michigan, oltre alla New York Pubblic Library. Aperta la breccia dell'innovazione, l'elenco ha cominciato ad allungarsi e hanno aderito al progetto la Biblioteca Nazionale Catalana, la Biblioteca pubblica bavarese, la biblioteca nazionale francese.

Accese anche le polemiche: contro l'accordo di digitalizzazione realizzato da Google Books sono scesi in campo Microsoft, Yahoo! e Amazon dando vita ad una coalizione insieme all'Internet Archive, associazione no profit di San Francisco che lavora alla realizzazione di una libreria libera di contenuti internet chiamata Open Book Alliance.

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